Giovanni 6,51-58: "Il Corpo di Cristo...". (Omelia di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,51-58

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Recita
Sara Urbinati

Musica di sottofondo
Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo
Omelia del 14 giugno 2020. Solennità del Corpus Domini

Testo dell'omelia
Due parole su questa giornata, su questa festa del Corpus Domini e le prendo da San Paolo, il quale dice così: “il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all'unico pane”.
Un gioco di parole però è significativo perché San Paolo non si ferma esattamente sul pezzo di pane ma va a toccare lo spezzare il pane, cioè lo spezzare il pane di Gesù è quello in qualche modo il segno della Comunione. Cosa vuol dire spezzare il pane? Vuol dire dividerlo e condividerlo, vuol dire che tutti hanno da mangiare, vuol dire che tutti fanno parte di quella Comunione che Gesù inizia. Quindi il Corpo di Cristo è sì, quel pane, ma è lo spezzare il pane per noi e anche noi siamo il Corpo di Cristo. Tant’è che un famoso teologo, De Lubac, diceva: “Il Corpo di Cristo sono tre: uno è il Corpo di Gesù, quello fisico che è venuto sulla terra, incarnato; l’altro è il Corpo dell’Eucarestia; l’altro è il Corpo della Chiesa”.
Quindi quando parliamo di Corpo non intendiamo solamente l’ostia, ma intendiamo tutti. Tant’è che i Padri della Chiesa dicevano: Se tu mangi il Corpo di Cristo e ti dimentichi del Corpo di Cristo che è il tuo fratello, in qualche modo riduci il Corpo di Cristo e non ne hai una piena consapevolezza. Per questo noi cristiani non possiamo limitarci a mangiare il Corpo. Dobbiamo essere capaci di riconoscerci come Corpo. Ecco allora è lo spezzare il pane che è la dinamica, diciamo così, efficace. Nel momento in cui spezza il pane, Gesù dice la parola d’ordine: noi dobbiamo fare comunione. In questo periodo non abbiamo avuto accesso alla Comunione…noi sacerdoti siamo stati più fortunati, devo dire un po’ privilegiati, però credo che in questo periodo ci sia stata una forte comunione spirituale. E’ vero che la gente non ha avuto accesso all’Eucarestia come Corpo, Pane, Ostia, ma certamente ha valutato in maniera nuova una Comunione che è Corpo delle persone. È questo non è da poco.. Io credo che nella vita sia tutto un po’ provvidenziale e come nel deserto Dio li ha fatti rimanere un po’ senza mangiare e poi gli ha dato la manna dal cielo, così anche per noi questo tempo è stato certamente una presa di consapevolezza di cos’è la Comunione cristiana.

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