
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 17,1-11a
Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:
«Padre, è venuta l'ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».
Musica di sottofondo
Al Vangelo: P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org
Alla meditazione: Musica di Renata Russo
Meditazione
Fra Roberto Pasolini
Briciole di Parola è il commento alle letture del giorno del Centro Aletti. La guida: Fra Roberto Pasolini, frate minore cappuccino, biblista, che ha frequentato l’Atelier di Teologia del Centro Aletti nel 2016-2017.
Si ringrazia il Centro Aletti per la gentile concessione all'utilizzo dei suoi contenuti audio e video.
https://www.centroaletti.com
Meditazione
Siamo stati creati per cose grandi, per una vita gloriosa, nonostante l'evidenza di tanti nostri giorni dica il contrario. I nostri pensieri, i progetti che portamo nel cuore, le azioni che ogni giorno compiamo nascondono e rivelano una gloria a cui Dio ci ha destinato fin dalla fondazione del mondo, creandoci ad immagine del suo figlio unigenito. Eppure prima di accedere a questo destino dobbiamo fare i conti con tanti limiti che ci ricordano che la vita non è mai una conquista ma sempre e solo un dono. Nella preghiera che Gesù rivolge al Padre prima di entrare nella sua Passione possiamo contemplare la mitezza di un cuore capace di dare gloria a Dio. Il figlio conosce l'amore gratuito e fedele del Padre e desidera che anche i suoi amici possano entrare sempre più profondamente in questa conoscenza e in questa relazione. Per questo non ha paura di svuotare le mani e rinunciare a qualsiasi forma di potere che non sia quello della libera condivisione.
Anche Paolo, l'apostolo, al termine della sua grande avventura dietro le orme del Signore si mostra disincantato e ardente di fronte ai traguardi e alle prove della vita. Dopo essersi prodigato e aver servito le comunità cristiane umilmente, senza essersi mai sottratto a catene e tribolazioni come lui stesso dice, l'apostolo matura uno sguardo su di sé capace di riconoscere il segno di una misteriosa e gloriosa testimonianza da rendere unicamente a Dio.
Chi accoglie la parola del Vangelo non riesce più a vedere la propria vita a partire da se stesso ma solo nella propspettiva di una missione che gli è stata affidata, anche in mezzo a tribolazioni e sofferenze, per questo si scopre capace di rialzarsi e affrontare ogni circostanza. Un figlio di Dio è persuaso che quanto lo attende, lavorare o rimanere fermo, piangere o sorridere, essere nella gioia o nella tristezza, contenga una misteriosa provvidenza che viene dalle mani di quel Dio che mediante il suo Spirito ci costringe tutti a camminare insieme verso la sua casa, verso la Gerusalemme celeste.