Lamentazioni: Introduzione



Introduzione al libro delle Lamentazioni
Questo libro è composto da cinque piccoli poemi, appartenenti al genere letterario del lamento, singolare e comunitario, già conosciuto nella sacra Scrittura, dato che lo sono già molti salmi (ad es. il 13; 22; 44; 54; 69; 74 e 79). La Bibbia ebraica lo chiama Qinà, “Come!”, utilizzando una tecnica ad essa comune, quella cioè di dare al testo il nome della prima parola che lo compone. È quanto accade anche per i documenti della Chiesa, come le lettere encicliche o le costituzioni conciliari. La versione greca della Bibbia invece (la cosiddetta Settanta) lo chiama Threni, “Lamentazioni”, attribuendolo al profeta Geremia (da cui Lamentazioni di Geremia), ma gli studiosi ci dicono che si tratta di un errore, forse nato dal fatto che uno di questi poemi è “impersonato” da una figura maschile che fa pensare al profeta. Dei cinque poemetti, infatti – sorta di “Pentateuco del dolore” – i primi due e gli ultimi due sono lamentazioni comunitarie, in cui il popolo è presentato come una donna, oppure come una comunità che eleva il suo grido di dolore. La terza invece, come detto, presenta un singolo uomo. 
Composte probabilmente durante l’esilio, sono una preghiera dei credenti, fatta di lutto, tristezza, nostalgia e ribellione, di fronte alla disfatta nazionale: Gerusalemme e il Tempio sono distrutti, la terra, la famiglia e la libertà sono perdute, il popolo è deportato a Babilonia. Le prime quattro lamentazioni hanno il medesimo schema, essendo poemi alfabetici, le cui frasi iniziano cioè con le diverse lettere dell’alfabeto, e questo per motivi sia stilistici (per dire tutto, “dalla A alla Z”, diremmo oggi) sia soprattutto mnemonici, per facilitarne cioè la memorizzazione. La quinta lamentazione invece si discosta da tale schema. 
La tradizione ebraica non colloca però questo testo tra gli scritti profetici, bensì in quel gruppo di cinque libri (assieme a Rut, Qohelet, Cantico dei Cantici ed Ester) chiamati meghillòt, “rotoli”, e usati nelle cinque feste più importanti dell’anno. 
Lamentazioni è letto il «nove del mese di Ab», giorno in cui si fa memoria della distruzione di Gerusalemme: della prima, nel 587 a.C. per mano dei Babilonesi, e della seconda, nel 70 d.C. ad opera dei Romani. 
Questo libro veicola fondamentalmente un messaggio profondo, un’ostinata speranza in Dio e nella sua promessa: «È bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore» (3,26).       

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Gabriele Fabbri

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