Mistagogia: Il canto nell'Eucarestia



Il canto nell'Eucarestia
Perché cantiamo durante la Messa? Perché nel canto e nella musica c’è un di più di vita. Gli strumenti musicali – primo tra i quali il nostro corpo – sono infatti un medium relazionale, capace da un lato di unire i presenti, dall’altro di renderli parte attiva di quanto sta avvenendo. Se dunque “scopo” dell’Eucarestia è “fare comunione”, e farla in modo consapevole, beh, il gioco è fatto. Aggiungiamoci poi che cantare insieme esprime coesione sociale, appartenenza comunitaria, insomma diventare un corpo unico, costringendoci pedagogicamente ad uscire dal nostro isolamento esistenziale e celebrativo. Infine il canto è indice di festa. Consapevole di tutto ciò, la Chiesa ha da subito colto la palla al balzo. Occorre tuttavia, come sempre e in ogni cosa, saper dosare il canto e la musica all’interno della celebrazione. Scrive infatti Paolo Tomatis: «là dove il rito pretende di farne a meno come se si trattasse di una inutile distrazione o di un ornamento accessorio; là dove il linguaggio canoro-musicale prende il sopravvento e non è integrato nella forma del rito, le viscere della terra (l’al di qua) non risuonano più in sintonia con il richiamo delle stelle (l’al di là)». Una Messa interamente “cantata” sarebbe in estrema sintesi come una Messa senza canti!

Quanto alla pertinenza del canto liturgico, spesso si discute su quale musica o canti siano liturgici e quali no.. Dal punto di vista storico la liturgia – soprattutto dopo lo spartiacque del Concilio Vaticano II – ha accolto diverse forme di linguaggio musicale: «l’assemblea cristiana – sottolinea Virginio Sanson – potrebbe ricercare le proprie modalità espressive con soluzioni sempre in saggia evoluzione; così può forse nascere quella “differenza” d’uso, e augurabilmente anche di qualità, che rende riconoscibile la musica rituale, e che può connotarsi come “sacra”, in definitiva, solo per coloro che la praticano autenticamente all’interno della propria fede e della propria prassi comunitaria».
È quel che al Punto Giovane, tra alti e bassi, cerchiamo di fare..


Canti "liturgici" e loro funzione
Il canto d’inizio serve:
a) ad avviare la celebrazione;
b) a favorire l’unione;
c) a introdurre al mistero celebrato;
d) ad accompagnare la processione d’ingresso. 

Il Kyrie acclama il Signore e ne implora la misericordia. 

Il Salmo responsoriale cantato (interamente o il solo ritornello) ci aiuta ad interiorizzare la Prima Lettura. 

L’Alleluja ha invece la funzione di accogliere e salutare Gesù “in persona” che sta per parlare, oltre a manifestare la nostra fede in Lui. 

Il canto alla presentazione dei doni (Offertorio) vuole accompagnare la processione stessa. 

Il Santo acclama Dio, cioè lo chiama, Lui che è tre volte santo.  

La dossologia («Per Cristo, con Cristo e in Cristo..») mira invece a glorificare Dio, ratificando di fatto la Preghiera Eucaristica. 

Il canto del Padre Nostro ha una duplice funzione:
1) domandare il pane quotidiano in riferimento a quello eucaristico;
2) implorare la purificazione dai peccati. 

Quello di comunione ne ha addirittura tre:
esprimere l’unione spirituale di coloro che si comunicano;
manifestare la gioia del cuore;
porre maggiormente in luce il carattere comunitario della processione. 

L’eventuale canto dopo la comunione ha quindi l’obiettivo di lodare e ringraziare Dio per essersi fatto “nuovamente” Uno-con-noi

Il canto finale mira infine al mandato: far sì che ognuno torni alla sua vita di sempre lodando e benedicendo il Signore, senza potersi più esimere dal portarlo ai fratelli.. 

Recita
Daniela Santorsola, Cristian Messina

Musica di sottofondo
C.Franck, Panis angelicus, Mass Op.12, Michel Rondeau, IMSLI, Diritti Creative Commons 

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