Luca 4,24-30: "La salvezza: dono o pretesa?". (Commento di padre Silvano Fausti)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 4, 24-30

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret]: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo, ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costrita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Recita
Gennj Fabbrucci

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Padre Silvano Fausti. File audio tratto da www.gesuiti-villapizzone.it

Meditazione
E allora Gesù, mentre loro dicevano “Lui è figlio di Giuseppe, non può essere la salvezza da lì”, dice “voi sapete quello che ho fatto altrove e dite perché non lo fai anche qui in casa tua. Pretendete che vi dia delle prove.” Si scandalizzano e poi vogliono,pretendono. Avete mai provato quando uno pretende cose da voi, soprattutto se pretende affetto, cosa fate? Non si può pretendere. Dà fastidio.
È un dono. Distruggi con la pretesa ciò che vien dato. I figli che pretendono, e pretendono sempre di più, non riconoscono assolutamente ciò che viene dato, che è dono e amore. Quindi è la distruzione dell’amore, della fiducia, cioè del principio della vita, questa pretesa.
E allora dice “vedete, non ve lo posso dare, perché avete solo pretese, come già ai tempi di Elia profeta e di Eliseo fu guarita una vedova pagana, non una ebrea – fu resuscitato il figlio della vedova – e guarito un lebbroso pagano e non uno di noi perché quelli non si aspettavano nulla". La salvezza è un dono. È Amore e l’amore non può essere che dono. E davanti alla pretesa Dio non sa più cosa fare. Fin dal principio ha donato ad Adamo di essere a sua immagine e somiglianza, cioè di essere uguale a Lui e Adamo pretende di essere quello che già è come dono. Non puoi esserlo come pretesa. Distruggi il dono, distruggi l’amore.

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