Esercitazioni Quaresimali: 7^ giorno (Martedì)



Tema della Esercitazione
Un piccolo giochetto da bambini ci mostra che quando puntiamo il dito sugli altri, normalmente ne abbiamo 4 puntati su di noi. Sono dita nascoste nel pugno della mano, pertanto meno evidenti del dito disteso nell’aria, ma solo se provassimo a distendere quelle dita, allora la mano si riaprirebbe in segno di pace, di amicizia. E perché non lo facciamo? Perché non siamo umili. Solo l’umiltà riuscirebbe a distendere quelle dita nascoste, nervose e irrigidite!
Confrontiamoci in queste esercitazioni con la virtù dell’umiltà. San Benedetto, nel cap. 7 della regola che vi invito a leggere, parla di dodici gradini dell’umiltà che vanno dal mantener fermo il ricordo di Dio nel nostro cuore alla dodicesima che è mostrarsi fattivamente umili di fronte ai fratelli. Quindi dall’interno all’esterno di noi.
Il contrario della superbia che invece parte dall’esterno fingendo virtù, per arrivare ad un cuore impuro dove c’è solo putridume e lontananza da Dio. I famosi scheletri nell’armadio luccicante.

E le domande potrebbero essere queste
E io come sono messo? Quanto luccica la mia vetrina? E quanto poca corrispondenza nel mio cuore? Quanti applausi cerco? Quanti like? Sono i consensi che mi fanno stare in piedi o sono consapevole che non serve appoggiarmi su di essi? Quanto giudico i fratelli? E quanto sono capace di ritornare sui miei passi, magari chiedendo scusa per la mia invadenza? Sono pronto a tirarmi indietro quando so di non sapere? Oppure pur non sapendo cosa dire non vedo l’ora di dirla? Quanto conta ad esempio il mio profilo social per me? Quanto ci sto male se qualche amico o amica ha più follower di me?
Umiltà è non stare in vetrina, ma sostenere tutto da dietro o da terra. Vi lascio con questo monologo sull’umiltà di Cristicchi.

Recita
Don Franco Mastrolonardo

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Il brano audio "Monologo sull'umiltà" di Simone Cristicchi
è tratto da Radio2 Social Club.
Trasmissione del 03/12/2019.

Umiltà
E io come sono messo? Quanto luccica la mia vetrina?
E quanto poca corrispondenza nel mio cuore? Quanti applausi cerco? Quanti like?
Sono i consensi che mi fanno stare in piedi o sono consapevole che non serve appoggiarmi su di essi?
Quanto giudico i fratelli?
E quanto sono capace di ritornare sui miei passi, magari chiedendo scusa per la mia invadenza?
Sono pronto a tirarmi indietro quando so di non sapere? Oppure pur non sapendo cosa dire non vedo l’ora di dirla?
Quanto conta ad esempio il mio profilo social per me? Quanto ci sto male se qualche amico o amica ha più follower di me?
Umiltà è non stare in vetrina, ma sostenere tutto da dietro o da terra. 

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