Luca 9, 28b-36: "Un anticipo di Paradiso...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Meditazione
La Trasfigurazione è un evento incredibile. Diciamo che è il top della preghiera. Ma attenti bene: guai ad ambire a questo tipo di preghiere, perchè qui Gesù ci dà solo un anticipo di Paradiso. Sulla terra la preghiera è di ben altro genere.
La Trasfigurazione è un evento di grazia. Gesù non si trasfigura come erroneamente segnalano certe traduzioni, ma viene trasfigurato. Quel verbo metamorfomai è sempre al passivo. Viene usato pensate un po' solo quattro volte nella Bibbia ed è sempre al passivo. Questo vuol dire che non siamo noi a trasformarci, ma è Dio, qualcosa di superiore, a farlo. Anche per Gesù è stato così. La Trasfigurazione è una esperienza di Luce, che in qualche modo integra la parte oggettiva e soggettiva della persona. Cioè la Trasfigurazione ha reso Gesù luce, ma solo chi lo guarda con lo sguardo trasfigurato vede la Trasfigurazione.
Vi lascio, in conclusione, ,con le parole di una mistica di provato valore, Santa Teresa d'Avila, che nel suo diario scrive così a riguardo dei suoi incontri con Gesù trasfigurato:

"E’ una luce che non abbaglia, un candore pieno di soavità, un infuso splendore che incanta deliziosamente
la vista senza stancarla, come non la stanca la chiarezza con cui si vede quella sublime realtà. E’ una luce
così diversa dalla nostra che quella del sole, in confronto sembra molto appannata, tanto che dopo non si
vorrebbe neppure aprire gli occhi ….
… non so spiegare come Egli inondi di questa luce potente i nostri sensi interiori, né come produca una così
viva immagine di sé da parere che sia veramente presente…
…ho detto similitudine, ma non è vero, perché le similitudini sono sempre imperfette, mentre qui vi è davvero
la differenza che distingue un vivo dal suo ritratto, né più né meno. Se è un' immagine, è un' immagine viva.
Non un morto che vedo, ma lo stesso Cristo vivente che si fa vedere come uomo Dio nel modo in cui è
risorto, non già come stava nel sepolcro".
(Dal cap.28^ della vita di santa Teresa d’Avila)

Recita
Anna Zavatta

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

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