
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 4,1-11
Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Recita
Cristian Messina
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri
Meditazione
Don Franco Mastrolonardo
Immagine
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Meditazione
Figlio se ti presenti per servire il Signore la via del Signore, preparati alla tentazione. Così cita il Libro del Siracide. E’ proprio vero. La prova, la tentazione è insita nel cammino spirituale, o se vogliamo in ogni cammino veramente umano.
E perché arriva la prova?
Ci risponde il salmista.
Saggia il mio cuore, scrutalo nella notte,
provami al fuoco: non troverai malizia.
La tentazione viene per svelare la verità del mio cuore a me stesso. Mi genera consapevolezza. Se non sono sottoposto alla prova, se non sono mai tentato non saprò chi sono e cosa voglio. Se fuggo la tentazione non crescerò mai, sarò un eterno bambino, un confuso Peter pan. Non saprò chi sono, cosa voglio, dove voglio andare, e morirò di tristezza perché perdo il senso della mia vita.
Sentite questo brano dal film “La storia infinita”...
Gesù entra nel deserto spinto allo Spirito. Non lo spinge il diavolo, bensì lo Spirito Santo. Il deserto, esemplificando banalmente, è la porta dello specchio dell'anima di Atreyu. Il protagonista della Storia infinita deve passare quegli specchi per conoscere chi è. Solo così può continuare la sua missione. Anche Gesù entra nel deserto per dare il la alla sua missione. Ma non c’è missione senza un cammino di conoscenza del cuore. Anche Gesù come noi deve guardarsi dentro, scoprire le fragilità umane, le zone buie, nascoste che sono dentro le profondità di ogni uomo. Affacciarsi allo specchio della propria anima, è un atto di umiltà necessario per avere un autentico rapporto con Dio, poiché dobbiamo scendere nei nostri abissi prima di imbatterci nell’immagine del Padre.
E nella tentazione sperimentiamo l’incontro con il tentatore. Ne parleremo ancora nel corso di questa quaresima.