Lettera di Giacomo 3,13-18 con il commento di Marco Missiroli



Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Gc 3,13-18

Testo del brano
Fratelli miei, chi tra voi è saggio e intelligente? Con la buona condotta mostri che le sue opere sono ispirate a mitezza e sapienza. Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non dite menzogne contro la verità.
Non è questa la sapienza che viene dall’alto: è terrestre, materiale, diabolica; perché dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni. Invece la sapienza che viene dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera.
Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia.

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Emily Lepri

Meditazione
Marco Missiroli

Meditazione
Gelosia e spirito di contesa sono definite da Giacomo diaboliche, ossia etimologicamente in grado di separare, creare fratture, barriere. In fondo esse nascono dalle nostre insicurezze e dalla paura che l’altro possa approfittarne per ferirci o in qualche modo sopraffarci. Allora la tentazione è ancora a monte: nello sguardo di sfiducia che rivolgiamo verso noi stessi e gli altri, che non è quello che Dio volge su di noi. Nella parabola dei talenti Gesù è esplicito nel dare a ciascuno secondo le sue capacità e nel lodare allo stesso modo chi quei doni li fa fruttare a servizio del Regno; ci invita quindi ad accettare la diversità dell’altro e a condividere con lui il nostro frutto, che non sarà mai quanto e quale il suo. In questo “mettere in mezzo” facciamo veramente eucarestia, opera che apre le porte alla pace e alla salvezza, a Gesù. Cogliamo allora l’invito che San Paolo rivolgeva ai Romani: “gareggiate nello stimarvi a vicenda”. Guardiamo l’altro cogliendone la diversità e la ricchezza che deriva dal camminarci a fianco, valorizzandone le capacità, che sono doni di Dio da disporre a servizio del prossimo. In questo senso, mi vengono in mente due esperienze personali. La prima è la vita di coppia e il cammino matrimoniale che ho la grazia di condividere con Valentina, in cui mi sento guardato e messo a nudo, in cui i miei doni e le mie fragilità vengono accolti e convertiti nella misura della mia fiducia, per essere infine messi a servizio della famiglia e del mondo. La seconda è un’attività che al Punto Giovane proponiamo ai ragazzi delle classi di terza superiore nelle convivenze aggregative, la “poltrona rossa”: consiste esattamente nel comunicare a ciascun compagno una qualità positiva che lo caratterizza. Ognuno compie questo giro in cui si pone di fronte a tutti gli altri, ad uno ad uno, per farsi avvolgere dallo sguardo di luce dei suoi compagni, gli stessi da cui è forse più abituato a sentire critiche o peggio silenzi indifferenti. Chiaramente è un esercizio, ma fare esperienza di un modo diverso di guardarsi, raccontarsi e accogliersi è fare presente che esiste la possibilità di seminare nella pace frutti di giustizia.

 

Scarica la nostra App su