Siracide: Introduzione



Introduzione al libro del Siracide
Il libro del Siracide, escluso dal canone biblico ebraico (pur godendo del favore d’Israele) e ritenuto apocrifo dai protestanti, è così chiamato per via di chi lo ha realizzato – «Gesù, figlio di Sira, figlio di Eleazaro, figlio di Gerusalemme» (50,27) – ed è l’unico dell’Antico Testamento a recare la firma di chi l’ha scritto, oltre che l’unico, eccezion fatta per i profeti, di cui si conosca con esattezza l’autore. È conosciuto però anche col nome di Ecclesiastico, poiché nei primi secoli cristiani era un «libro usato dalla Chiesa» (Ecclesiasticus liber) o «dall’assemblea», a sottolineare l’importanza che aveva nell’istruire i neofiti. Non va tuttavia confuso con l’Ecclesiaste, nome col quale fu invece chiamato il libro del Qohelet. 

Tornando all’autore, si tratta forse di uno dei saggi di Gerusalemme, probabilmente di uno scriba, che scrisse quest’opera intorno al 180 a.C. in lingua ebraica, poi tradotta in greco dal nipote intorno al 132 a.C.: «mio nonno Gesù.. fu indotto pure lui a scrivere qualche cosa su ciò che riguarda la dottrina e la sapienza.. – si legge nel Prologo – Siete dunque invitati a farne la lettura con benevola attenzione e ad essere indulgenti se.. sembrerà che non siamo riusciti a rendere la forza di certe espressioni. Difatti le cose dette in ebraico non hanno la medesima forza quando vengono tradotte in un’altra lingua». 

Ma di cosa tratta questo libro? Le conquiste di Alessandro Magno avevano diffuso ovunque un tipo di civiltà nota come Ellenismo, ovvero “grecismo”, soprattutto classico. Tale cultura stava mettendo a repentaglio l’esistenza del giudaismo, dato che l’ellenismo era caratterizzato da un miscuglio di culture, sincretismo religioso, e una diffusa tendenza ad abolire ogni tipo di frontiera. Ben Sirach, a dire il vero uno spirito molto aperto, lo avvertì in ogni caso come una minaccia per la sua religione (niente di nuovo rispetto ad oggi, verrebbe da dire..). Si accinse dunque, a scopo identitario, a scrivere un’opera tesa a difendere il patrimonio culturale e religioso del suo popolo. Le tematiche affrontate sono così tra le più varie: creazione, morte, preghiera, perdono, galateo a tavola, sapienza, elemosina, amicizia, ecc.. Il libro, che ha per protagonista la Sapienza (nata da Dio e intesa come sua onniscienza), per alcuni studiosi è composto in primis da tre sezioni, ognuna delle quali introdotte da un inno. 

La vera novità portata dall’autore è l’identificazione della Sapienza stessa con la Torah, per cui il vero saggio è colui che osserva la Legge. Non solo, per il Siracide Dio è Padre non appena del popolo d’Israele, ma dell’intera umanità. Quanto al concetto di ricompensa, nel Siracide è limitata all’aldiquà: salute, lunga vita, agiatezza, abbondante posterità e ottima reputazione. Le idee di immortalità e risurrezione si espliciteranno infatti qualche anno dopo.          

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

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