18 Novembre: Dedic. delle basiliche dei SS. Pietro e Paolo (Catechesi dialogata)



Dedic. delle basiliche dei SS. Pietro e Paolo, Apostoli (18 novembre)
Oggi la Chiesa festeggia, come già in altre occasioni durante l’anno, la dedicazione di un edificio..
Che oltre ai misteri di Cristo e alla vita dei santi si celebri un edificio di mattoni, beh, fa sempre storcere il naso. È importante allora non fermarsi al segno indicatore ma a ciò cui esso rimanda. «I Principi degli Apostoli, Pietro e Paolo – leggiamo nell’introduzione che il Messale fa di questa memoria – , sono sempre associati nella liturgia della Chiesa romana. Le due basiliche.. (sono) Meta di ininterrotto pellegrinaggio attraverso i secoli, sono segno dell’unità e dell’apostolicità della Chiesa di Roma». Ecco il punto.

Dunque celebriamo le due colonne della Chiesa, con la “C” maiuscola, attraverso le mura di due chiese con la “c” minuscola.
Proprio così. Il senso della festa di oggi ci è ancor più chiaro dalle parole del Breviario, che così la introduce: «Fin dal secolo XII nella basilica vaticana di san Pietro e in quella di san Paolo sulla via Ostiense si celebravano gli anniversari delle loro dedicazioni fatte nel secolo IV dai santi pontefici Silvestro e Siricio. La celebrazione di questa commemorazione in tempi più recenti fu estesa a tutte le chiese di rito romano. Come nell’anniversario della dedicazione della basilica di Santa Maria Maggiore (5 agosto) si celebra la maternità della Vergine Madre di Dio, così in questo giorno si onorano i due più grandi apostoli di Cristo». 

Adesso è tutto più chiaro: sono ancora una volta le figure di Pietro e Paolo ad essere festeggiate!
Esattamente. Ce lo ricorda san Leone Magno nei suoi Discorsi: «Noi di tutti i santi celebriamo con gioia la festa. Sono infatti un dono di Dio, un aiuto alla nostra debolezza, un esempio di virtù e un sostegno alla nostra fede. Però.. un’esultanza speciale sentiamo nel commemorare i due apostoli Pietro e Paolo, perché, fra tutte le membra privilegiate del corpo mistico, essi hanno avuto da Dio una funzione davvero speciale. Essi sono quasi i due occhi di quel capo, che è Cristo.. l’elezione li ha resi pari, il lavoro apostolico li ha fatti simili e la morte li ha uniti nella stessa sorte».

Oggi però festeggiamo la dedicazione di questi due edifici..
Attraverso la dedicazione, dal latino “dire solennemente, proclamare”, l’edificio chiesa viene destinato stabilmente al culto. Se i primi cristiani celebravano l’eucaristia nelle case private, dal 313 cominciarono a costruire chiese sui sepolcri dei martiri. Ma se i seguaci di Cristo possono tranquillamente fare a meno di un edificio fisico, non possono però rinunciare a riunirsi tra loro. Tornando alle basiliche dei santi Paolo e Pietro, non è un caso che il Concilio Vaticano II, evento epocale nella storia della Chiesa, sia stato annunciato da Giovanni XXIII nella prima e abbia avuto luogo nella seconda.

Eppure, una volta aumentati di numero, ai cristiani furono necessarie “dimore” più grandi..
Non solo, «la costruzione è emblematica dell’attività umana – sottolineano gli esperti in studi ebraici David Banon e Déborah Derhy – (che) è l’attività creatrice per eccellenza. Ma quando.. cerca di raggiungere qualcosa che travalica la condizione umana, ed è opera di una collettività, allora essa pone il problema della relazione con l’altro.. Di più.. per costruire qualcosa con successo bisogna sempre fare i conti con l’esistenza dell’altro. Una costruzione deve dunque per definizione accogliere l’alterità, divina o umana che sia, e non essere finalizzata unicamente alla gloria dei costruttori..». 

«L’universo intero, Signore, è il tuo tempio, ma tu non disdegni che per rendercene conto dedichiamo una dimora costruita da mani d’uomo. La Gerusalemme che ci attende è fondata sugli Apostoli, tra i quali hai scelto Pietro e Paolo: ti chiediamo, Papà, per loro intercessione, di guidarci alla fraternità che non avrà più bisogno di spazio né tempo, perché tutto sarà ricolmo di Te» 

 

Recita
Giulia Tomassini, Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento di Gabriele Fabbri

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