Luca 10, 38-42: "Parte migliore". (Commento del Centro Aletti a cura di fra Roberto Pasolini)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 10,38-42

Testo del Vangelo
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Musica di sottofondo
Al Vangelo: Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri
Alla meditazione: Musica di Renata Russo

Meditazione
Fra Roberto Pasolini

Briciole di Parola è il commento alle letture del giorno del Centro Aletti. La guida: Fra Roberto Pasolini, frate minore cappuccino, biblista, che ha frequentato l’Atelier di Teologia del Centro Aletti nel 2016-2017.
Si ringrazia il Centro Aletti per la gentile concessione all'utilizzo dei suoi contenuti audio e video.
https://www.centroaletti.com

Meditazione
Solo dopo aver intuito e accolto il mistero dell’Incarnazione del Verbo di Dio, l’apostolo Paolo diventa capace di mettersi da parte e soprattutto di accantonare ogni disegno di morte che il suo cuore nutriva nei confronti degli altri, avvertiti come nemici. Una simile trasformazione di vita non si improvvisa certo da un giorno all’altro. E’ un frutto di amore e di grazia che non può certo passare inosservato agli occhi degli altri. Assai diverso anche se non meno intenso, è il cammino di conversione a cui il Signore Gesù chiama Marta, sorella di Maria e di Lazzaro, famosa per la sua premurosa ospitalità, che viene però colta e descritta da Gesù come affanno e agitazione. Accade a tutti, con estrema facilità di scoprirsi più assorbiti dall’esigenza di esibire il volto migliore che non dalla libertà di poter essere semplicemente noi stessi davanti agli occhi degli altri. Questo modo di vivere, anzi di non vivere, tutto condizionato dalle aspettative presto o tardi non può che trasformarsi in un forte risentimento che non riusciamo a tacere. Marta è così sfacciata da non prendersela direttamente con Maria, ma con il Signore stesso, che in realtà sembra approvare questa ingiusta distribuzione dei ruoli. Così, mentre Marta comanda a Gesù di cambiare le cose, Gesù non si preoccupa minimamente né di tranquillizzare Marta, né di esortare Maria a darsi maggiormente da fare, con due frasi che non chiedono e non ricevono alcuna replica, il Signore trasforma una brutta figura in una bella notizia. Marta non viene né rimproverata né messa in ridicolo per il suo inutile affanno, le viene annunciato un vangelo di cui in qualche modo non si è ancora accorta. Nella sua casa è entrato qualcuno che non bisogna né sedurre, né conquistare come purtroppo ci capita di dover fare spesso nella vita. Nella casa di Betania è entrato qualcuno da cui è possibile lasciarsi amare e con cui si può imparare ad essere, finalmente, semplicemente se stessi. Come ha fatto l’Apostolo anche Marta può dunque mettersi da parte, è quello che anche noi possiamo imparare a fare se vogliamo finalmente smettere di meritare la vita e l’amicizia di Cristo.

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