Matteo 11,25-30: "Nuova creatura". (Commento del Centro Aletti a cura di fra Roberto Pasolini)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 11,25-30

Testo del Vangelo
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Musica di sottofondo
Al Vangelo: Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri
Alla meditazione: Musica di Renata Russo

Meditazione
Fra Roberto Pasolini

Briciole di Parola è il commento alle letture del giorno del Centro Aletti. La guida: Fra Roberto Pasolini, frate minore cappuccino, biblista, che ha frequentato l’Atelier di Teologia del Centro Aletti nel 2016-2017.
Si ringrazia il Centro Aletti per la gentile concessione all'utilizzo dei suoi contenuti audio e video.
https://www.centroaletti.com

 

Meditazione
La santità del poverello D’Assisi che il nostro paese venera come patrono è una luce potente, capace di suscitare un’attenzione è una simpatia universale. Il saluto di “Pace è Bene” che i suoi frati ancora oggi comunicano nel mondo ad ogni uomo è ad ogni donna che incontrano esprime quell’armonia ritrovata con se stessi, con gli altri e con il mondo che può nascere unicamente dal Vangelo di Cristo.
Tuttavia la pace francescana non va confusa con un sentimento sdolcinato o come la nostalgia per una sorta di panteismo cosmico. La pace di san Francesco è quella di chi ha scoperto nella croce di Cristo la manifestazione suprema dell’amore di Dio e quindi ha imparato a vivere secondo la logica della comunione dove non si cerca il proprio interesse ma quello dell’altro. Del resto lo stesso Francesco reagirebbe a qualsiasi lettura riduttiva della sua esperienza cristiana ripetendo le parole con cui Paolo dichiara come la parola della Croce si sia impressa a fondo nella sua stessa carne.
Il modo con cui il figlio di Dio deve essere crocifisso non è quello che Dio ama ma soltanto quello dell’egoismo e dell’individualismo, quel mondo che impedisce di accogliere la parola del Vangelo che invita tutti a essere una nuova creatura in Cristo. Questo cammino per Francesco d’Assisi non è stato affatto scontato, come ogni altro uomo che ha provato a misurarsi con l’ardente e dolce forza dello Spirito Santo, Francesco di Bernardone ha dovuto perdere tante battaglie con se stesso, prima di poter dire, con tutto il cuore e con tutta la sua vita: “Padre Nostro che sei nei cieli…”. 
Francesco ha sperimentato che solo a partire da un’intima comunione con il cuore di Cristo
La realtà può trasformarsi sempre in una beatitudine, anche quando le circostanze sono sfavorevoli o contrarie alla nostra sensibilità. Sotto lo stesso giogo di Cristo diventa leggero e persino dolce vivere senza più l’ansia di doversi affermare sugli altri. Si può finalmente essere fratelli minori di tutte le creature in umiltà e in povertà perché amati dal Padre.

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