Luca 16,19-31:"Stiamo tutti bene...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 16,19-31

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Recita
Patrizia Sensoli

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Meditazione
E’ vero che è già passato un anno, ma la canzone della scorsa edizione di Sanremo "Stiamo tutti bene" mi fa ben da prologo per il commento al Vangelo di oggi.
Il tema dei poveri che muoiono alle porte dei nostri mari, ad esempio, è tanto drammatico quanto attuale. E’ il Vangelo dei nostri giorni. Chi è l’uomo ricco e chi è Lazzaro? Dobbiamo fare necessariamente i conti con questi due personaggi perchè il rischio è proprio quello di assuefarci alle sembianze del primo. Quel ritornello della canzone di Sanremo, a mio parere, potrebbe anche fungere da provocazione al perbenismo e all’indifferenza di molti: stiamo tutti bene. Che bisogno c’è di scomodarsi? Cito allora qui Papa Francesco nella famosa visita a Lampedusa di qualche anno fa:

"...guardiamo il fratello mezzomorto sul ciglio della strada, forse pensiamo “poverino”, e continuiamo per la nostra strada, non è compito nostro; e con questo ci sentiamo a posto. La cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono l’illusione del futile, del provvisorio, che porta all’indifferenza verso altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza. Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro! Ritorna la figura dell’Innominato di Manzoni. La globalizzazione dell’indifferenza ci rende tutti “innominati”, responsabili senza nome e senza volto..."

Ecco, vedete come Dio cambia le regole? Noi diamo i nomi ai ricchi e gli rendiamo onore. Nel Vangelo invece l’unico col nome è Lazzaro, il povero. L’altro, il ricco, come dice il Papa è innominato, senza volto e senza nome.

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