Matteo 18, 15-20: "Nessun uomo è un'isola...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 18,15-20

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Meditazione
Nessun uomo è un'isola,
completo in se stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.
Se anche solo una nuvola venisse lavata via dal mare,
l'Europa ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi,
o la tua stessa casa.
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché io sono parte dell'umanità.
E dunque non chiedere mai per chi suona la campana:
suona per te.

La poesia di John Donne fa una bella sintesi del Vangelo. A me piace molto lasciar commentare i testi sacri dalla poesia, dai canti, dalle intuizioni anche popolari, perché sono di quelle espressioni comunicative che accompagnano il Vangelo lasciandolo libero. Perché il Vangelo non è matematica, non è una equazione da risolvere, una pratica da archiviare. E non si disbriga con un insegnamento morale o peggio ancora politico, confinandolo a destra o a sinistra. Il Vangelo bisogna che parli a tutti, sempre e comunque.
Pensiamo al Vangelo di oggi. Un grande insegnamento sulla solidarietà umana. Un crescendo. Dalle relazioni di ogni giorno, dalle fatiche conflittuali, dal fratello che sbaglia e che devi correggere, al bisogno spirituale sempre comunitario di pregare insieme. Insieme al contenuto anche la gradualità del metodo.
L’ incontro con il peccatore da solo a solo, e poi con due o tre e poi con l’assemblea. Un' assemblea che non è solo della terra, ma anche del cielo. Siamo tutti uniti fra noi. E alla fine la potenza della preghiera insieme che comunica la comunione. La comunione diventa comunicazione. Non viviamo se non insieme, se non appoggiandoci gli uni gli altri, se non sostenendoci gli uni gli altri. Solo così si guarisce.
Al contrario il diavolo che è divisore porta ad isolarci dagli altri. E così invece di guarire ci ammaliamo. E nel secolo della rivoluzione digitale, degli smartphone, dei social network, delle chat, dei messaggini, di Instagram, dei videogames giocati in collettivo online, cioè di tutto quello che ci dà la sensazione di essere in contatto con il prossimo ma di fatto contribuisce a isolarci nel chiuso delle nostre case, delle nostre vite. 

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