7 Agosto: San Gaetano da Thiene (Biografia dialogata)



San Gaetano da Thiene (7 agosto) 
«Sii certa che noi siamo sulla terra pellegrini e viaggiatori: la nostra patria è nel cielo. Chi si insuperbisce, va fuori strada e corre alla morte. Mentre viviamo quaggiù, dobbiamo conquistarci la vita eterna, e tuttavia da soli non possiamo, perché l’abbiamo perduta per i nostri peccati, ma Gesù Cristo ce l’ha ricuperata». Ecco la sintesi perfetta del senso di ogni vita, così come l’ha scritta san Gaetano alla nipote Elisabetta. 

Cosa sappiamo del festeggiato di oggi?
Gaetano, che letteralmente significa “nativo della città di Gaeta”, nacque in realtà nel 1480 a Vicenza dalla famiglia dei Thiene. Dopo aver studiato Legge a Padova, divenne prete a 36 anni. Iscritto all’associazione del Divino Amore si dedicò alla cura di alcuni santuari sul monte Soratte, vicino a Roma, città in cui tornò insieme al vescovo Giampietro Carafa (futuro papa Paolo IV) per dare una svolta alla sua vita.

Ovvero?
Fondando assieme a lui, altro grande riformatore, la congregazione dei Teatini, così chiamati per via di Chieti, uno dei vescovadi del Carafa, città che fino al II secolo a.C. era definita dai latini Teate Marrucinorum. L’ordine fondato aveva come obiettivo principale il rinnovamento del clero. Nato appena tre anni prima di Lutero, Gaetano, diversamente dal padre dei riformatori, la riforma la attuò “dal basso”, o meglio "da dentro", ossia facendola prima ancora di predicarla! «Cristo aspetta; niun si muove», amava ripetere spesso: «Cristo attende tutti, eppure tutti restano fermi». La sua innata umiltà gli faceva inoltre ritenere l’essere prete un atto di grande superbia. Eppure fu anche protonotario apostolico di Giulio II, conosciuto anche e soprattutto con l’appellativo poco edificante di “papa guerriero” o “papa terribile”. 

Cosa significa protonotario?
Nati originariamente per compilare gli Acta Martyrum, i resoconti ufficiali dei processi dei primi martiri, i “primi notari” rappresentarono in seguito più una carica onorifica che altro, spesso considerata una via privilegiata in vista del cardinalato, ruolo a cui Gaetano non aspirò né ottenne. 

Cos’altro conosciamo di lui?
Il Messale ci riferisce la sua devozione al presepe e alla passione di Cristo, inclinazioni che sottolineano ulteriormente la sua umiltà, legata a Gesù Bambino e al Gesù sofferente. «Figlia – scrisse ancora alla nipote – , non ricevere Gesù secondo il tuo intendimento, ma piuttosto donati a lui, tuo Dio e salvatore, e fatti ricevere da lui, perché sia lui a fare di te e in te tutto ciò che vuole». Ma ciò che più lo contraddistinse fu la sua fiducia nella divina Provvidenza.

In che senso, e che cos’è concretamente la Provvidenza?
In latino questa parola traduce letteralmente “pre-videnza”, “pre-visione”, termine filosofico e teologico col quale si indica l’azione di Dio, capace di ordinare l’intera storia e i suoi eventi al loro fine ultimo, senza tuttavia annullare l’opera dell’uomo, che è anzi chiamato a cooperare con la Provvidenza. La sua, insomma, era fiducia piena nel bene che Dio Padre vuole ai suoi figli e che, per tale ragione, fa di tutto per loro! 

«Donaci, Signore, per l’intercessione, la bontà e la fede di Gaetano, di collaborare con gioia alla meravigliosa opera d’arte che hai pensato per ognuno di noi".

Recita
Simone Fagioli, Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento di Gabriele Fabbri

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