Giovanni 20, 11-18: "Chiamata per nome". (Commento di padre Silvano Fausti)



Testo del Vangelo
In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Meditazione
Maria è la prima che vede il Signore risorto e che va ad annunciarlo agli apostoli, quindi è l’apostola degli apostoli, la super-apostola, colei che da l’annuncio agli apostoli. Nel brano precedente c’era il discepolo amato che vide i segni e credette, credette che Gesù è risorto ma non l’ha visto. La fede ha bisogno di vedere e di toccare, è un atto di fiducia ma se non vede, non tocca e non c’è l’incontro con la persona è una fede vuota. Quindi praticamente il racconto di quest’oggi è un completamento rispetto a quanto abbiamo visto la volta scorsa. La fede ha come principio l’amore, chi non ama non vede. Solo il cuore vede. Però non basta amare e non basta credere, se non incontri, l’altro non c’è e non ti viene incontro c’è il nulla, c’è solo il lutto e il pianto. E allora ci si presenta questa immagine di Maria che ci fa vedere che la fede è un incontro personale con Gesù Risorto, poi ci manda verso gli altri. Però lo scenario in cui si svolge la scena la carica di un enorme significato. Se avete presente la cappella degli Scrovegni, a sinistra verso l’altare c’è l’abbraccio di Giuda. In un cielo scuro rotto da armi, questo abbraccio che lo possiede e lo stritola. Dalla parte opposta alla stessa altezza speculare c’è l’abbraccio della Maddalena. Lei è bianca vicino al sepolcro scoperchiato e tra le mani le fiorisce l’aurora che è il Signore stesso, che nasce dal suo amore che la trascina addirittura fuori dal quadro, verso dove tira il vento di una bandiera che il Signore porta. E tutte e due le scene hanno in comune la stessa domanda: Gesù nell’orto ha chiesto “Chi cercate?” e a Maria chiede:”Chi cerchi?”. Si può cercare per prendere, possedere, stritolare ed è la morte; o si può cercare come la Maddalena e allora le fiorisce la vita nelle mani. Lo scenario del racconto il giardino. Sapete che il sepolcro è vicino al Calvario ed è un giardino. Il Calvario rappresenta l’albero della vita e in questo giardino viene creata l’umanità nuova, c’è prima la Sposa e poi lo Sposo che non si vede. E lo scenario, direi, oltre che la Creazione richiama il Cantico dei Cantici. Maria Maddalena che si alza ancora quando è buio a cercare l’amato del suo cuore attraverso la città. Passa tutte le guardie, lo cerca e non lo trova, torna indietro, ritorna avanti, tutta angustiata e piange. E’ tutto un cammino di ricerca e finalmente c’è l’incontro, c’è l’incontro tra la Sposa e lo Sposo. Ed è il fine di tutta la creazione quest’incontro, tra Dio e l’umanità, tra la Sposa e lo Sposo che avviene il mattino di Pasqua e avviene in ciascuno di noi che siamo chiamati a fare la stessa esperienza di Maria. Questo incontro per Maria segna il passaggio dalla morte alla vita, dal pianto alla gioia e ha come centro il nome. E’ chiamata per nome e lei risponde col suo nome. Il riconoscimento è proprio una chiamata personale per nome e in finale questa chiamata diventa missione: tu realizzi il tuo nome andando verso gli altri.

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org

Meditazione
Padre Silvano Fausti. File audio tratto da www.gesuiti-villapizzone.it

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