Matteo 7,6.12-14: "La porta stretta...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 7,6.12-14

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».

Recita
Sole Pellicano

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Meditazione
La porta stretta conduce alla vita, quella larga alla perdizione. L’idea che ci sta dietro è che è più difficile entrare in una porta stretta che in una larga. Ma da cosa dipende la difficoltà? Certamente dal fatto che una porta stretta ti obbliga a farti piccolo per passare, quasi a ridimensionarti. Non solo. La porta piccola ti costringe ad una sobrietà. Non puoi portare con te grandi cose, non ci passerebbero. Devi quindi lasciarle per passare, ti devi stringere e lasciar perdere il superfluo che ti accompagna. Quindi metaforicamente la porta stretta dice digiuno, spirito di sacrificio, capacità di distacco dalle cose; mentre la porta larga al contrario dice pigrizia, lassismo, comodità della vita… Questo è l’immaginario che tutti noi abbiamo quando Gesù ci parla di porta stretta o larga.
Ma non è solo così. Proviamo anche a guardare la metafora della porta non come una negazione di qualche cosa. Altrimenti facciamo del Cristianesimo sempre una religione del "questo non si può fare, quest’altro neppure e nemmeno l’altro"... Proviamo a guardare cosa invece mette in risalto lo stretto rispetto al largo.
Pensiamo ad una taglia di vestito: stretta e larga. Ora immaginiamo un tale che deve indossare una maglietta: se sceglie una taglia stretta va incontro ad una esaltazione del proprio corpo. Certamente se un ragazzo ha bei pettorali o una ragazza ha belle forme, quella maglietta metterà in luce la bellezza che c’è sotto, contrariamente svelerà la pancetta e i chili di ciccia accumulati.
La maglietta larga invece difficilmente farà vedere cosa c’è sotto: quindi servirà a nascondere e in qualche modo a falsare ciò che sono. Ecco, in questo caso lo stretto non è privazione di qualcosa, bensì rivelazione!
Ora ritornando al Vangelo, la porta stretta potrebbe proprio dire: fare verità di sé; cioè non nascondersi, non vergognarsi di quello che siamo e accettarci per quello che siamo. Solo così entreremo nella vita vera; solo così accoglieremo gli altri nella verità e nella libertà. Ma il passaggio dalla porta stretta è necessario. Concludo ricordando un bel libro “La storia infinita”. Il protagonista si trova ad attraversare tre porte. La seconda porta, non è una vera e propria porta, ma uno specchio, che mostra non l'aspetto esteriore di chi ci si rispecchia, ma il proprio Io interiore. E così cita l’autore Michael Ende: "Non è da sottovalutare la difficoltà di questa porta, in quanto molti, anche in apparenza forti e nobili, erano rimasti tanto impressionati da ciò che avevano visto nello specchio da fuggire terrorizzati".
Ecco, la porta stretta di Gesù è rivelatrice di ciò che siamo.

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