
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 17, 11b -19
Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:
«Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».
Recita
Valentina Rastelli
Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org
Meditazione
Don Davide Arcangeli
Meditazione
Continua la preghiera di Gesù, rivolta al Padre suo. Essa fa perno sul “nome” del Padre, che indica la sua potenza d’amore e di misericordia operante nella storia, grazie alla quale il Figlio è in grado di custodire i discepoli nella sua comunione con il Padre. Questa infatti è la missione del Figlio, ossia portare gli uomini all’unità, perché tutti siano una cosa sola, insieme con il Figlio e il Padre.
Il termine con cui il Vangelo di Giovanni indica questo invio del Figlio è “consacrazione”: egli è il Santo di Dio, come aveva espresso bene Pietro dopo il discorso di Gesù nella sinagoga di Cafarnao, ossia il consacrato, colui che è inviato a portare nel mondo la santità di Dio e a consegnarla agli uomini offrendo sé stesso sulla croce.Non è dunque solo il Padre ad offrire il Figlio, e dunque a consacrarlo, ma anche il Figlio ad offrire sé stesso, a consacrare sé stesso, per la santità di coloro che il Padre gli ha dato. Il Figlio infatti consacra sé stesso, consegnandosi agli uomini perché siano avvolti e trasformati dalla verità di Dio, che è la potenza d’amore del Suo Spirito Santo.
Nasce così la comunità di coloro che, avvolti dalla santità di Dio, sono consacrati nella verità, ossia resi capaci di offrire sé stessi per gli altri. Questa rete invisibile di persone che pregano e si offrono per gli altri, espressione alta e feconda del battesimo, costituisce la comunità ecclesiale. Come di una nave in acqua noi vediamo solo una parte, perché la parte più importante del suo volume è nascosta sotto l’acqua per permetterne il galleggiamento, così anche nella Chiesa non sono le strutture pastorali visibili, pur sempre necessarie per incarnare l’annuncio nella vita, a costituire la parte più essenziale della Chiesa. Ciò che permette il galleggiamento della barca della Chiesa è la rete di offerte spirituali, di consegna di sé stessi, di coloro che accolgono anche le proprie infermità, sofferenze e i limiti della vita come un’opportunità per unirsi all’offerta di Cristo, al suo mistero pasquale, ed orientarne la potenza d’amore verso coloro che ne hanno più bisogno.