
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 16, 29-33
Testo del Vangelo
In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio».
Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.
Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».
Recita
Sabrina Boschetti
Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org
Meditazione
Don Davide Arcangeli
Meditazione
Ci troviamo nell’epilogo del terzo discorso di addio che Gesù rivolge ai suoi discepoli prima di partire da questo mondo e ritornare al Padre. Egli ha ormai compiuto il suo itinerario che dal Padre lo ha portato nel mondo e poi di nuovo, lasciato il mondo, lo porta ad andare al Padre.
Qui i discepoli si illudono di aver ormai conosciuto il loro maestro, perché parla apertamente, ossia in modo scoperto, diretto e coraggioso, senza più usare parabole o similitudini, come in precedenza. Ma Gesù conosce il loro cuore e la fragilità della loro fede, che si scontrerà con lo scandalo della croce e dovrà passare attraverso una dispersione dei discepoli, secondo il disegno misterioso delle Scritture, in particolare del profeta Zaccaria (Zc 13,7): “Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse”.
La croce non è per Giovanni un evento casuale e sfortunato, ma è l’ora dell’innalzamento di Gesù in cui egli sale verso il Padre e in questa salita attira tutti gli uomini con se. Intanto però sarà lasciato solo dai suoi, misterioso passaggio di scandalo, difficoltà e scoraggiamento che non viene risparmiato ai suoi discepoli, ma è la premessa di una pace e di una gioia più duratura, perché fondata sulla roccia della resurrezione.
Lo scarto tra le affermazioni dei discepoli sulla loro fede e la comprensione di Gesù è radicale e ci riguarda da vicino. Ogni volta che pensiamo di essere “arrivati”, il Signore, con un po’ di ironia, ci fa comprendere che la fede vera è molto oltre le nostre limitate comprensioni o i nostri sentimenti spirituali. Come la scala di Giacobbe, che unisce il cielo e la terra, queste intuizioni e sentimenti sono come dei gradini della scala, che bisogna abbandonare per salire più in alto. La fede è, come dice san Giovanni della Croce, una salita nell’oscurità, è un vedere non vedendo, che diventa sempre più forte e potente, proprio quando si esercita a camminare anche senza gli aiuti dei propri gusti e attaccamenti spirituali.