Giovanni 10,31-42: "Gesù, Figlio di Dio...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 10,31-42

Testo del Vangelo
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre; per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». 
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: "Io ho detto: voi siete dèi"? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio - e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: "Tu bestemmi", perché ho detto: "Sono Figlio di Dio"? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. 
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

Recita
Simona Mulazzani

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Meditazione
Hanno capito benissimo i suoi avversari, è evidente: Gesù pretende di essere il Figlio di Dio. In un ultimo, timido tentativo di difendersi, il Maestro cita la Scrittura. Più precisamente il salmo 82 che così proclama "Io ho detto: «Voi siete dèi, siete tutti figli dell’Altissimo”. Gesù non cerca una scappatoia citando il salmo, lo sappiamo. Sa che sta giungendo la sua ora. Coglie invece questa opportunità per tentare di confutare le superstrutturate difese teologiche di chi gli sta davanti per metterli un pochettino in crisi.
Ma non serve a nulla, anzi ogni nuova provocazione di Gesù fa salire la tensione alle stelle; l'ostilità nei suoi confronti ha raggiunto il culmine. E’ proprio vero: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Quindi oggi scatta la sentenza: Gesù è accusato di bestemmia. Quindi reo di morte.
Pensate. Dio manda il suo figlio sulla terra per dire al mondo che Lui ci ama, che è il Dio con noi, e che gli apparteniamo; eppure questo figlio nel momento in cui balbetta la sua origine, la sua divina provenienza viene fatto fuori in nome della stessa legge di quel Dio che vuole venire a salvarci.
Allora niente più salvezza? Il figlio è restituito al mittente dagli uomini? Missione fallita? Tutt’altro. Il fallimento stesso diventa mediatore di salvezza. La croce che dipinge l’atto di accusa degli uomini nei confronti di Dio diventa paradossalmente il luogo della nostra salvezza. Per fortuna Dio è andato oltre l’ingratitudine umana per fare il nostro bene.

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