4 Aprile: Sant'Isidoro di Siviglia (Biografia dialogata)



Sant'Isidoro di Siviglia (4 aprile) 
«La preghiera ci purifica, la lettura ci istruisce. Usiamo l’una e l’altra, se è possibile.. Se ciò tuttavia non fosse possibile, è meglio pregare che leggere. Chi vuol stare sempre con Dio, deve pregare e leggere continuamente. Quando preghiamo, parliamo con Dio stesso; quando invece leggiamo è Dio che parla a noi. Ogni progresso viene dalla lettura e dalla meditazione. Con la lettura impariamo quello che non sappiamo, con la meditazione noi conserviamo nella memoria ciò che abbiamo imparato». 

Di chi sono queste parole?
L’autore è il vescovo e dottore della Chiesa Isidoro, nato intorno al 560 a Siviglia, ma rimasto presto orfano del padre Severiano, morto il quale fu cresciuto, come il resto della famiglia, dal primogenito dei quattro figli Leandro. Questi, prima monaco e poi vescovo di Siviglia, orientò in senso religioso il resto dei familiari: il fratello Fulgenzio divenne anch’egli vescovo; la sorella Fiorentina entrò in monastero già in tenera età; e Isidoro seguì le orme di Leandro, succedendogli nella diocesi della città, che reggerà per 35 anni. Una famiglia non comune, dato che tutti e quattro i fratelli diventeranno santi! 

Cosa sappiamo del suo percorso di studi?
Il suo approccio ai libri ha davvero del prodigioso. Da studente svogliato qual’era, propenso a disertare la scuola con gli amici, un giorno andò a dissetarsi ad un pozzo, quando l’occhio gli cadde su un particolare: i solchi scavati dalla corda sulla pietra. Capì allora che la volontà e la costanza umana potevano avere la meglio su tutto, studio compreso. Da quel momento divenne uno studioso a tutto tondo, meritandosi addirittura l’appellativo di “uomo più sapiente del suo tempo”. Era ben conscio del compito affidatogli, tanto da scrivere: «chi trascura il dono dell’intelletto che Dio gli ha dato, si rende reo di condanna, perché disprezza un dono ricevuto e lo lascia infruttuoso».  

Quali argomenti trattò in particolare?
Il suo obiettivo fu quello di dare vita ad una sintesi di tutto lo scibile umano di quel tempo: arti liberali, medicina, diritto, religioni, lingue, popoli, animali, geografia, architettura, agronomia, geologia, agricoltura, guerra, divertimenti e passatempi, navigazione, pesca, artigianato e vestiario, culinaria e trasporti.. insomma davvero di tutto. In tal senso possiamo considerarlo l’inventore della moderna enciclopedia. Il filo rosso che univa tutti questi argomenti era l’etimologia, dal greco étymon, “intimo significato della parola”. Utilizzare cioè il significato delle parole come chiave d’accesso a tutte le cose. Un insegnamento prezioso anche per noi oggi, anche se forse troppo trascurato..

Che risonanza ebbe la sua erudizione sui secoli a venire?
Considerato l’ultimo dei Padri della Chiesa latina, divenne maestro dell’Europa medievale assieme ad Agostino, Gregorio Magno, Cassiodoro e Boezio, ma anche il primo organizzatore della cultura cristiana propriamente detta. Oltre a ciò fu anche un premuroso vescovo, fondando un collegio ecclesiastico, prototipo dei futuri seminari, che vedranno la luce circa un millennio più tardi. Presiedette inoltre diversi concili, il più celebre dei quali fu il IV di Toledo (633), che sottolineò tra l’altro l’importanza di conoscere la sacra Scrittura.    

Qual’era l’approccio di Isidoro alla Bibbia?
Lasciamo che sia lui stesso a dircelo: «Doppio è il vantaggio che ricaviamo dalla lettura della sacra Scrittura. Essa illumina il nostro intelletto, e conduce l’uomo all’amore di Dio dopo averlo strappato alle vanità del mondo. Doppio è anche il fine che dobbiamo prefiggerci nella lettura: innanzi tutto cercar di capire il senso della Scrittura, in secondo luogo adoperarci per proclamarla con la maggiore dignità ed efficacia possibile. Chi legge, infatti, cerca prima di tutto di capire quello che legge. Quindi procura di esprimere nel modo più conveniente quello che ha imparato. Il bravo lettore non si preoccupa tanto di conoscere quello che legge, quanto piuttosto di metterlo in pratica.. (ma) Nessuno può penetrare il senso della sacra Scrittura, se non la legge con assiduità.. Quanto più si è assidui.. tanto più ricca è l’intelligenza che se ne ha, come avviene per la terra che, quanto più si coltiva, tanto più produce..». 

«Affidiamo alla tua intercessione, Isidoro, i doni che Dio ci ha fatto: aiutaci ad approfondire con passione ciò che ci incuriosisce, ma soprattutto insegnaci a trasmetterlo con amore, in particolare se riguarda le “cose” di Dio». 

Recita
Massimo Alberici, Simona Mulazzani

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

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