
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 4,43-54
Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va', tuo figlio vive». Quell'uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un'ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell'ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.
Recita
Caterina Busca
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri
Meditazione
Don Franco Mastrolonardo
Meditazione
Questa volta non è servita neppure la presenza fisica di Gesù perché si operasse il miracolo. Potremmo scherzosamente parlare di un miracolo wireless, usando una metafora moderna. Niente fili, nessun collegamento fisico: tutto è avvenuto a distanza. Verificando l’ora il funzionario del re ha accertato la perfetta sincronizzazione tra la Parola di Gesù e il miracolo avvenuto. Beh oggi non ci meravigliamo più di ciò che accade a distanza. Sappiamo però che, comunque sia, ci siano i fili o semplicemente onde radio, tutto parte da un input, da un impulso. Ecco per il miracolo è la stessa cosa, occorre un input: la risposta di fede.
Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Cioè quell’uomo che ha fatto tanta strada per far venire Gesù dal suo bambino moribondo, si accontenta di una parola.
Mi permetto un' altra premessa e metafora tecnologica. Ormai da mesi esistono servizi di pagamento attraverso smartphone. Basta avvicinarsi alla cassa con un dispositivo adatto e con un semplice click paghi la spesa. Niente più contanti, nessun portafogli da aprire, nessuno scambio di banconote, nessuna tessera da strisciare, documenti da esibire, ricevute da firmare. Ma ditemi voi se non siamo bravi, per le cose di questo mondo, a strutturare il discorso della fiducia. Perché dal baratto dove toccavo con mano cosa mi davi, alle banconote dove qualcosa in mano avevo, ora non prendo e non tocco nulla. Mi fido di un cellulare.
Ora perché gli uomini non si fidano di Dio? Perché abbiamo sempre bisogno di segni? Non ci garantisce Dio con la sua parola? E non ci ha forse già acquistata a caro prezzo, non un prezzo virtuale ma ben reale, il prezzo del suo sangue? E tutto questo non vale di più di un pagamento digitale?
Davvero bravo il funzionario del re a fidarsi di una parola. Davvero una grande testimonianza di fiducia.
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