Luca 15,1-3.11-32: "Il Padre misericordioso...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 15,1-3.11-32

Testo del Vangelo
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l'anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

Recita
Caterina Busca

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Meditazione
E tu per chi fai il tifo? Per il ragazzo scalcinato, inconsapevole e grottesco, che tenta di conquistarsi il mondo con i soldi del padre e poi ritrovando se stesso nella solitudine del fallimento, ripercorre mesto la via del ritorno a casa, oppure fai il tifo per il figlio maggiore che si erge a giudice spietato ed è così triste al punto di non condividere la gioia e neppure la festa del suo ritorno a casa? Beh detta così ovviamente so già come risponderete. E in effetti questo brano nel corso del tempo ha così vestito le parti del figlio minore che in tutte le bibbie veniva intitolato come "la parabola del figliol prodigo". Incredibile. Fra l’altro il termine prodigo è stata così confuso che è passato dal suo contenuto originario di peccato, dato che i prodighi e gli avari Dante li mette nello stesso girone infernale, ad un contenuto positivo. Il prodigo è divenuto prodigioso, un eroe. Ecco il figliol prodigo è un eroe!
Ma è esattamente così?
Non direi proprio. Anche io sono caduto per troppo tempo nella tentazione di immedesimarmi con il più piccolo, fino a quando ho dovuto constatare in me tante cose del fratello maggiore per poi arrivare ad una sintesi: ciascuno di noi è un po il fratello minore e un po il fratello maggiore. Certo il maggiore è duro, intransigente, è un giustizialista, è uno che fa i conti in tasca degli altri. Ma non siamo anche noi così? Guardiamo gli student:i dopo aver letto il proprio voto nel compito in classe, vanno a guardare subito quello degli altri perché non conta un otto o un nove, ma conta che l’altro abbia preso meno di te. Non siamo così anche noi? E pensiamo che il piccolo sia così eroe? Pensate alla pretesa dell’eredità? Una cosa orribile. E’ come dire: voglio che tu, padre, muoia, perché mi servono i tuoi soldi. E lo pensate davvero pentito di quello che ha fatto e pensate che abbia preso consapevolezza di ciò che è? Ma dai… E’ pieno di sensi di colpa. Non ha acquisito nessuna consapevolezza di essere figlio. Vuole tornare a casa, perché i porci gli fanno schifo. Preferisce lo stipendio dei garzoni di casa.
Se non ci fosse stato questo padre a ridonargli dignità e se non ci fosse stato questo padre ad andare a parlare con l’altro figlio… No questa non può essere la parabola del figliol prodigo. E’ invece la parabola del Padre misericordioso o dell'accoglienza del Padre. Si è decisamente il Padre il protagonista di questo brano.

Per conoscere il progetto del Social Gospel on PG vai su www.preg.audio/web-app

Il progetto del Social Gospel on PG

Scarica la nostra App su