21 Febbraio: San Pier Damiani (Biografia dialogata)



San Pier Damiani (21 febbraio)
Oggi celebriamo la memoria di un grande vescovo e dottore della Chiesa. Pietro, settimo figlio di una famiglia di Ravenna, nacque nel 1007, ma i genitori gli vennero presto a mancare, così fu cresciuto da uno dei fratelli (di cui non sappiamo il nome), che tuttavia lo maltrattava, motivo per cui un altro fratello, l’arciprete Damiano, se ne prese cura. Fu probabilmente la riconoscenza verso quest’ultimo che lo spinse a chiamarsi Pier Damiani. 

Quale fu il cammino che lo portò ad essere creato vescovo?
Dopo aver studiato a Ravenna, Faenza e Padova, si mise ad insegnare all’università di Parma, dopo di che entrò, divenendone priore, nel monastero camaldolese di Fonte Avellana, nell’attuale provincia di Pesaro-Urbino, alle pendici del monte Catria. In quel momento la Chiesa era però dilaniata dalle piaghe della cosiddetta simonia e del malcostume di alcuni chierici, che affrontavano con leggerezza la questione del celibato. Per tali ragioni papa Stefano IX lo chiamò nel 1057 per dargli manforte, nominandolo vescovo e costringendolo in tal modo ad abbandonare la tanto amata vita monastica. 

Cos’è esattamente la simonia?
Si tratta della pratica di comprare e vendere le cariche ecclesiastiche, così chiamata per via di Simone Mago, colui che, ci narrano gli Atti degli Apostoli, cercò di comprare da Pietro e Giovanni il potere di conferire lo Spirito Santo mediante l’imposizione delle mani. 

Questa chiamata ad uscire dalla vita contemplativa non può non rimandarci alla vicenda di Celestino V..
Fu Dante Alighieri a paragonare, seppur indirettamente, i due: se papa Celestino fu collocato nell’Inferno della Divina Commedia e definito dal poeta «colui che fece per viltate in gran rifiuto», Pier Damiani è inserito, nel XXI canto del Paradiso, nel cielo di Saturno, destinato cioè agli spiriti contemplativi. 

Tornando al percorso di Pier Damiani, cosa fece in seguito?
Collaborò con ben sei papi, in particolare col grande riformatore Gregorio VII. Dopo aver viaggiato tanto ricevette il cardinalato e la diocesi suburbicaria di Ostia, una di quelle che, come dice il nome stesso, è “sotto l’urbe”, cioè sotto Roma, con la quale forma, insieme ad altre, la cosiddetta provincia ecclesiastica romana. Oggi, tuttavia, quella affidata ai cardinali è una sede solo formale, se così possiamo dire. 

Lasciò degli scritti?
Diversi, soprattutto di carattere teologico, oltre che morale e liturgico, tali da meritargli il titolo di dottore della Chiesa. In una delle sue lettere, proposte in questo giorno dall’Ufficio delle Letture, così esorta il destinatario a non soccombere nel momento della prova: «Per gli eletti di Dio.. lo stesso castigo divino è una grande consolazione, perché attraverso i flagelli di un momento che sopportano, avanzano a grandi passi nella ferma speranza di conquistare la gloria della beatitudine celeste. Per questo l’orefice batte l’oro con il martello per renderlo più puro dalle scorie. Per questo la lima raschia con insistenza, perché la naturale lucentezza del metallo appaia più chiaramente. La fiamma saggia i vasi del vasaio, mentre la tribolazione saggia gli uomini giusti». Pier Damiani morì a Faenza nel 1072, nel cui Duomo le spoglie mortali sono tuttora conservate, e fu canonizzato da Leone XII nel 1828. 

«Dio onnipotente, che in san Pier Damiani ci hai dato un maestro e un modello di vita interamente votata al tuo servizio nella santa Chiesa, fa’ che non anteponiamo nulla all’amore del Cristo e camminiamo verso di te nella luce del Vangelo» (Preghiera Colletta)

 

Recita
Massimo Alberici, Simona Mulazzani

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

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