Giovanni 3,22-30:"Gioia...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 3,22-30

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava.
Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione.
Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui».
Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire».

Recita
Valentina Rastelli

Musica di sottofondo
J.S.Bach. Christmas Oratorio. Diritti Creative Commons. Musopen.org

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Meditazione
L’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo
Lo avevamo già capito quando quel giorno ad Ain Karim, si erano sintonizzati a distanza, sussultando nel grembo delle relative mamme Maria ed Elisabetta. Da quel sussulto prenatale è nata la preghiera più bella della tradizione cristiana: il Magnificat. Perché ogni incontro vero produce frutti di grazia.
Gesù è la parola, Giovanni la voce, scriveva sant'Agostino. Il suonare del primo produce il risuonare del secondo e la conseguenza di questo mirabile accordo è la gioia. Ora questa mia gioia è piena, dice appunto Giovanni nel Vangelo.
Ma la relazione tra Giovanni e Gesù è paradigmatica di ogni relazione evangelica. Cioè ogni cristiano dovrebbe vibrare come Giovanni all’incontro con lo sposo. Il Cristianesimo è una relazione viva con il Vivente e ogni vibrazione dovrebbe portare frutti di Grazia.
In natura ogni elemento è l’accordo di atomi, di particelle subatomiche e ogni cosa esiste nel momento in cui due parti si armonizzano. L’amore funziona così. La Bellezza funziona così. La bellezza di una musica, di un dipinto, di un film, di un paesaggio si legano sempre alla vibrazione del soggetto che lo guarda e da questa relazione nasce emozione, commozione, gioia. Il Cristianesimo è una relazione che necessita di due soggetti vibranti. Gesù senza di noi non può nulla, ma noi senza Gesù siamo nulla.

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