Matteo 7, 6.12-14: "La porta stretta...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».

Meditazione
La porta stretta conduce alla vita, quella larga alla perdizione. L’idea che ci sta dietro è che è più difficile entrare in una porta stretta che in una larga. Ma da cosa dipende la difficoltà? Certamente dal fatto che una porta stretta ti obbliga a farti piccolo per passare, quasi a ridimensionarti. Non solo. La porta piccola ti costringe ad una sobrietà. Non puoi portare con te grandi cose, non ci passerebbero. Devi quindi lasciarle per passare, ti devi stringere e lasciar perdere il superfluo che ti accompagna. Quindi metaforicamente la porta stretta dice digiuno, spirito di sacrificio, capacità di distacco dalle cose; mentre la porta larga al contrario dice pigrizia, lassismo, comodità della vita… Questo è l’immaginario che tutti noi abbiamo quando Gesù ci parla di porta stretta o larga.
Ma non è solo così. Proviamo anche a guardare la metafora della porta non come una negazione di qualche cosa. Altrimenti facciamo del Cristianesimo sempre una religione del "questo non si può fare, quest’altro neppure e nemmeno l’altro"... Proviamo a guardare cosa invece mette in risalto lo stretto rispetto al largo.
Pensiamo ad una taglia di vestito: stretta e larga. Ora immaginiamo un tale che deve indossare una maglietta: se sceglie una taglia stretta va incontro ad una esaltazione del proprio corpo. Certamente se un ragazzo ha bei pettorali o una ragazza ha belle forme, quella maglietta metterà in luce la bellezza che c’è sotto, contrariamente svelerà la pancetta e i chili di ciccia accumulati.
La maglietta larga invece difficilmente farà vedere cosa c’è sotto: quindi servirà a nascondere e in qualche modo a falsare ciò che sono. Ecco, in questo caso lo stretto non è privazione di qualcosa, bensì rivelazione!
Ora ritornando al Vangelo, la porta stretta potrebbe proprio dire: fare verità di sé; cioè non nascondersi, non vergognarsi di quello che siamo e accettarci per quello che siamo. Solo così entreremo nella vita vera; solo così accoglieremo gli altri nella verità e nella libertà. Ma il passaggio dalla porta stretta è necessario. Concludo ricordando un bel libro “La storia infinita”. Il protagonista si trova ad attraversare tre porte. La seconda porta, non è una vera e propria porta, ma uno specchio, che mostra non l'aspetto esteriore di chi ci si rispecchia, ma il proprio Io interiore. E così cita l’autore Michael Ende: "Non è da sottovalutare la difficoltà di questa porta, in quanto molti, anche in apparenza forti e nobili, erano rimasti tanto impressionati da ciò che avevano visto nello specchio da fuggire terrorizzati".
Ecco, la porta stretta di Gesù è rivelatrice di ciò che siamo.

Recita
Sole Pellicano

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

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