Matteo 24, 42-51:"Assenza...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni.
Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».

Meditazione
Il servo si trova in casa senza padrone. Dice un vecchio detto: quando il gatto non c’è i topi ballano. E così il servo malvagio, profondo conoscitore degli usi e degli orari del padrone, sente nel cuore di poter prendere le sue veci durante il suo ritardo e disporre a proprio piacimento di persone e beni.
E chi è questo servo? Ancora una volta Gesù si rivolge indirettamente a scribi e farisei, a coloro a cui Dio ha affidato persone e beni, a coloro che più di altri conoscono usi e orari di Dio, perché conoscono la sua legge. Sono loro i servi malvagi.
Ma la vera domanda è: perché questi che sono stati scelti da Dio come capi del popolo, sono proprio loro che tradiscono Dio? Non sono forse il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito?
Perché sono passati da servi beati a servi malvagi?
Proverei a dare questa risposta. Non hanno retto l’assenza del padrone. Ricordate cosa è successo al popolo d’Israele nel deserto quando si sono sentiti orfani di Dio e di Mosè suo rappresentante? Non hanno esitato a costruirsi un idolo potente: il vitello d’oro.
Reggere e gestire l’assenza di Dio credo sia una delle cose più faticose, specialmente per i capi del popolo. E anche per noi preti. Noi che ogni giorno annunciamo e celebriamo la sua venuta dobbiamo continuamente dire a noi stessi e agli altri: state certi che verrà. Non è facile, perché l’assenza dello sposo genera fatiche, vuoti affettivi ed esistenziali. Succede qualcosa del genere ai giovani quando si insiste sull’assenza di prospettive e di futuro: li si rende inquieti e ansiosi. E per riempire quei vuoti sappiamo bene come va a finire.
Eppure l’assenza ha un grande valore pedagogico e spirituale. Lo spazio di assenza è la reale possibilità di conoscerci in profondità. E così Dio gioca a nascondino con noi, come diceva san Pio da Pietralcina, perché impariamo a cercarlo in maniera sempre nuova.

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Scarica la nostra App su