7 Ottobre: Beata Vergine del Rosario (Catechesi dialogata)



Beata Vergine del Rosario (7 ottobre) 
«Se (Gesù Cristo) non fosse venuto in mezzo a noi, che idea si sarebbe potuto fare di Dio l’uomo, se non quella di un idolo, frutto della fantasia? Sarebbe rimasto incomprensibile e inaccessibile, invisibile e del tutto inimmaginabile. Invece ha voluto essere compreso.. veduto.. immaginato.. Non è forse cosa giusta, pia e santa meditare tutti questi misteri? ..E’ dunque vera sapienza fermarsi su di essi in contemplazione..». Così si esprime San Bernardo nell’Ufficio delle Letture di oggi.

A cosa si riferisce esattamente?
Alla festa che celebriamo in questo giorno, una memoria mariana di origine devozionale, legata alla preghiera del “Rosario”. Storicamente fu istituita da San Pio V per commemorare la vittoria del 1571, riportata a Lepanto ai danni della flotta turca (tanto che inizialmente si parlava di “Santa Maria della Vittoria”), per poi essere fissata nel 1913 alla data del 7 ottobre da un altro san Pio, questa volta X. Pio V attribuì quella vittoria, che arrestò l’espandersi dell’impero ottomano, alla preghiera che i cristiani avevano indirizzato alla Vergine e nella forma del Rosario. 

Che una festa così bella sia legata alla vittoria di una battaglia, beh, oggi può far storcere il naso a qualcuno..
Sì, e a ragione. Ma ciò che val la pena sottolineare è la ricchezza di questa forma di preghiera antichissima, presente già nel Buddismo, ben più antico del Cristianesimo. Ma nella modalità rivolta a Maria, se così possiamo dire, nasce probabilmente in epoca medievale quando, sulla scia degli anacoreti orientali – che usavano piccole pietre per il conteggio delle preghiere vocali – si iniziò a utilizzarlo al posto della recita dei salmi, al tempo in lingua latina. San Beda suggerì l’uso di una collana di grani infilati in uno spago, che simboleggiava una ghirlanda di fiori per omaggiare la Madonna. Narra infine la leggenda che Maria stessa, apparendo a San Domenico, gli indicò quel tipo di preghiera per arginare l’eresia degli albigesi, convinti sia che il cristianesimo dovesse essere d’elite, sia che il corpo rappresentasse una sorta di carcere per l’anima. Nacque in tal modo la devozione alla corona del Rosario, di cui si fecero promotori proprio i domenicani.

Dunque si tratta di una preghiera di richiesta?
Non solo, è una preghiera anzitutto cristologica, che ha al suo centro Gesù, ma rivolta a Maria. Il perché è semplice: chi altri se non lei ha reso noti (anzitutto agli Evangelisti) i momenti della vita di Gesù?! Si tratta allora di cercare di conoscere il Figlio attraverso gli occhi e il cuore di sua mamma. Questo attraverso una modalità – la ripetizione lenta (non affrettata e meccanica, come il più delle volte accade..) – capace di lasciar penetrare a fondo quanto meditato. Si tratta in fondo della versione occidentale della celebre “preghiera del cuore”, resa nota dal libro anonimo Racconti di un pellegrino russo che, scritto a metà del 1800, divulgò la pratica della preghiera perpetua, ripetuta e incessante.  

Tecnicamente parlando, come si utilizza una corona, dato che le modalità sembrano essere diverse?
Materialmente il Rosario è una “collana” composta da 150 “granelli”, divisi in cinque parti, chiamate “poste”, ognuna formata a sua volta da dieci grani. Ogni posta medita su un “mistero”, ovvero un evento chiave della vita di Gesù (che, come detto, di riflesso riguarda anche Maria). È un modo alternativo, come del resto il Salterio, di scandire la settimana, attraverso i misteri Gaudiosi, Dolorosi e Gloriosi, fino a che San Giovanni Paolo II ha aggiunto quelli “della luce”, celebrati il giovedì, non a caso giorno eucaristico. 

Una forma di preghiera utilizzata da molti, ma anche criticata da alcuni.. come mai?
Lasciamo che a rispondere sia Romano Guardini, celebre teologo del secolo scorso il quale, ad esempio sulla ripetizione – ritenuta a volte noiosa – dice: «(essa) non è forse un elemento della vita? Che cos’è il battito del cuore se non ripetizione? ..Che cos’è il respiro..? Tutta la nostra esistenza non è forse ordinata e sostenuta da un ritmo di scambio e ritorno? Ogni giorno il sole si alza e tramonta.. cosa possiamo obiettare contro queste ripetizioni?». Guardini fu un grande promotore del Rosario, proprio lui, uno dei più seguiti intellettuali cristiani! Egli diffuse anche l’uso tedesco di pregarlo, caratterizzato dal fatto che il mistero è enunciato non all’inizio della “decina”, ma subito dopo il nome di Gesù.       

«Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre; tu, che nell’annunzio dell’angelo ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce, con l’intercessione della beata Vergine Maria, guidaci alla gloria della risurrezione» (Preghiera Colletta del giorno).    

 

Recita
Massimo Alberici, Simona Mulazzani

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

 

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