20 Agosto: San Bernardo abate (Biografia dialogata)



San Bernardo abate (20 agosto)
«L’amore non cerca ragioni, non cerca vantaggi all’infuori di sé. Il suo vantaggio sta nell’esistere.. è il solo.. tra i sentimenti e gli affetti, con cui la creatura possa corrispondere al Creatore, anche se non alla pari; l’unico con il quale possa contraccambiare il prossimo e, in questo caso, certo alla pari». Con queste sublimi parole san Bernardo commenta il Cantico dei Cantici

Ma chi era Bernardo?
Terzo di sette fratelli, nacque nel 1090 nel castello di Fontaine, nei pressi di Digione in Francia, dai genitori Tescelino e Aletta. La madre morì tuttavia quand’era ancora diciassettenne. In quegli anni decise di ritirarsi prima in una casa in cui poter pregare e condurre vita ritirata, poi, insieme ad una trentina fra fratelli e amici, a Citeaux, monastero fondato poco tempo prima da san Roberto di Molesmes. Il padre, rimasto vedovo, vide partire la sua nidiata un pezzo alla volta, tutta al seguito di Bernardo: Guido, il primogenito, abbandonò la moglie, la quale si fece monaca anch’essa; l’ultimo nato, Nissardo, lasciò casa; la sorella Ombelina pure; mentre lo zio Gaudry appese l’armatura al chiodo. Da ultimo seguì la truppa lo stesso padre di Bernardo!

Un vero esodo a Citeaux..
Non solo a Citeaux: l’affluenza in quel luogo fu tale che Bernardo dovette, gli anni seguenti, fondare altri monasteri un po’ ovunque. Incaricato di tale compito, prese sulle sue spalle una pesante croce di legno e, assieme ad altri dodici monaci, diffuse a macchia d’olio il monachesimo del tempo. Questo peregrinare portò la truppa in una vallata, giudicata ottima per far sorgere un altro monastero che passerà alla storia: Clairvaux, Chiaravalle, del quale rimarrà abate per il resto della vita e nella cui chiesa dell’abbazia sono sepolti i suoi resti mortali. 

Quindi la sua fu una vita ascetica..
Non solo: ispirato alla Regola benedettina, preghiera e lavoro erano dunque le “lancette” che scandivano la sua giornata, si adoperò per riformare l’Ordine cistercense (dal latino Cistercium, da cui il francese Citeaux), ma fu anche consigliere di papi e vescovi, re e principi. Insomma un uomo di Chiesa a tutto tondo. Fu inoltre un grande teologo e promotore in Occidente della devozione mariana.

In che modo?
Fu dichiarato Dottore della Chiesa nel 1830 da papa Pio VIII per la sua scienza, dando vita tra l’altro al già citato Commento al Cantico dei Cantici, una dichiarazione d’amore alla Vergine, della quale divenne cantore, componendo l’inno Ave Maris Stella, ma anche la celebre invocazione “O Clemente, o pia, o dolce vergine Maria”. Dante colloca inoltre Bernardo nella Divina Commedia, facendolo comparire prima nel Cantico XXXI del Paradiso, poi nell’ultimo, il XXXIII, che si apre proprio con una preghiera che il santo rivolge a Maria: «Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio, tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ‘l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura..». 

L’iconografia come lo ritrae?
Spesso viene raffigurato con una ruota (avrebbe infatti costretto il demonio a riparare il suo carro), ma anche con un diavolo alla catena (per via della sua lotta alle tentazioni), oppure con una mitria deposta ai suoi piedi o su un libro (a ricordo del suo rifiuto delle insegne episcopali, tra cui le nomine a vescovo di Genova e Milano).   

C’entra qualcosa il fatto che una razza di cani porti il suo nome?
Probabilmente questa associazione è dovuta al fatto che, intorno al 1660, alcuni cani di una razza simile, il mastino alpino, furono donati ai canonici dell’Ospizio del Colle San Bernardo, sulle Alpi liguri, per proteggerlo dai malintenzionati.        

«O Dio, che hai suscitato nella tua Chiesa san Bernardo abate, come lampada che arde e risplende, fa’ che per sua intercessione camminiamo sempre con lo stesso fervore di spirito, come figli della luce» (Preghiera COLLETTA)

 

 

 

Recita
Massimo Alberici, Simona Mulazzani

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

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