8 Agosto: San Domenico (Biografia dialogata)



San Domenico (8 agosto)
Oggi la Chiesa festeggia la memoria di san Domenico.. cosa sappiamo di lui?
Nato da Felice di Guzmàn e Giovanna d’Aza a Caleruega, in Spagna, nel 1170 circa, una suora domenicana ce ne tramanda l’aspetto fisico: «statura media, corpo esile, viso bello e leggermente colorato, capelli e barba leggermente rossi, begli occhi luminosi». Mandato a studiare a Palenza all’età di 14 anni, nella città castigliana trascorse dieci anni, gli ultimi quattro dei quali ad approfondire la teologia. 

Che ruolo ricoprì lo studio nel suo percorso?
Fu molto importante. L’unica ricchezza che possedeva erano, fino ad un certo punto della sua vita, i libri, che tuttavia non esitò a vendere in un momento di grave carestia, per poter distribuire il ricavato ai più bisognosi. 

Tornando alla sua vita, cosa accadde in seguito?
Una svolta importante avvenne quando incontrò l’eresia dei catari, patarini e albigesi in particolare, molto influenti sulla popolazione della regione francese della Linguadoca, nella quale si trovava, inviatovi dal papa a predicare. I catari (dal greco katharoì, “puri”), i patarini (sempre dal greco phàtos, nel senso di “disposti al patimento”, anche se l’etimologia è una fra le tante possibili), e gli albigesi (così chiamati per la loro diffusione ad Albi, nella Francia meridionale), erano a favore di una chiesa d’élite, che escludeva deboli e peccatori. Dal confronto con queste realtà Domenico ebbe l’idea di fondare un ordine di frati poveri e studiosi, in grado di evangelizzare sia a parole che con l’esempio. Nacque così l’Ordine dei Frati Predicatori (OFP), posti sotto la regola di sant’Agostino e approvati da Onorio III nel 1217. 

Dunque un ordine contemporaneo a quello di san Francesco.
Il Messale definisce i due «patriarchi della santità cristiana suscitati dallo Spirito in un tempo di grandi mutamenti storici». Francesco e Domenico, coevi, fondarono infatti i primi “ordini mendicanti”, i Predicatori e i Francescani appunto, così chiamati perché la regola primitiva prevedeva l’emissione del voto di povertà. Domenico stesso ne fu un esempio mirabile, camminando a piedi nudi, dormendo per terra, digiunando spesso e vivendo di sola elemosina. 

Cos’altro sappiamo di lui?
La Storia dell’Ordine dei Predicatori ci dice che rifiutò per ben tre volte la consacrazione episcopale, preferendo «vivere con i suoi fratelli in povertà». Lo stesso testo riporta che «durante il giorno nessuno era più socievole, nessuno più affidabile con i fratelli e con gli altri. Di notte nessuno era più assiduo e più impegnato nel vegliare e pregare». Dal beato Alano della Rupe sappiamo inoltre che nel 1212, mentre si trovava a Tolosa, ebbe in visione la Vergine Maria, la quale gli consegnò un rosario, chiedendogli di pregare per combattere pacificamente l'eresia albigese. Da quel momento il Rosario divenne la preghiera più diffusa tra i Cattolici, proprio grazie ai frati Predicatori.  

Come e quando morì Domenico?
Morì a Bologna nel 1221, il 6 agosto, giorno in cui la Chiesa celebra la Trasfigurazione del Signore. Ormai sfinito, a causa dell’estenuante lavoro apostolico e degli stenti (che egli stesso si imponeva), lasciò questa terra nell’amato convento in cui aveva inviato i suoi frati, essendo quello bolognese uno dei poli universitari più importanti assieme a Parigi. Nella città emiliana si trovano tutt’ora le sue reliquie, conservate presso la basilica che porta il suo nome.    

«Ti chiediamo, Padre, sull’esempio e per intercessione di Domenico, la sobrietà nel parlare: donaci d’aprir bocca, o per parlare con Te, o per parlare di Te». 

Recita
Riccardo Cenci, Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento di Gabriele Fabbri

 

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