4 Agosto: San Giovanni Maria Vianney (Biografia dialogata)



San Giovanni Maria Vianney (4 agosto) 
La vita del santo che festeggiamo oggi può essere così riassunta: nasce vicino a Lione l’8 maggio del 1786; a 29 anni è ordinato sacerdote, mentre tre anni dopo arriva nel paesino di Ars; il 4 agosto del 1859 vi muore; canonizzato nel 1925, viene proclamato Patrono di tutti i parroci del mondo quattro anni dopo.

Cos’è successo invece nel 2009?
«Se avessimo fede, vedremmo Dio nascosto nel sacerdote come una luce dietro il vetro, come il vino mescolato all’acqua».. «Com’è da compiangere un prete quando celebra la Messa come un fatto ordinario! Com’è sventurato un prete senza vita interiore!». Queste sono due tra le tante citazioni del santo Curato d’Ars, che papa Benedetto XVI ha riportato nel 2009, in occasione dell’Anno Sacerdotale, da lui indetto, per celebrare i 150 anni della morte di Giovanni Maria Vianney.

Quindi il festeggiato odierno fu un grande sacerdote?
Anzitutto una puntualizzazione terminologica: il vescovo e teologo Erio Castellucci ci fa notare come la parola sacerdote, e la carica simbolica e “di ruolo” che ne deriva, venga volutamente evitata nel Nuovo Testamento, per essere però ripresa tra il II e il III secolo, dando vita a quel processo di “sacerdotalizzazione”, come la chiama lui, che venne applicato prima ai vescovi e quindi ai presbiteri. Quest’ultimo sarebbe dunque il termine da preferire, la cui contrazione dà vita alla parola prete. Curato è un altro termine ancora, che in passato indicava il presbitero che reggeva la curazia, una chiesetta minore dipendente dalla pieve. Per farla breve, possiamo rispondere col teologo Castellucci che san Giovanni fu un grandissimo prete!

Una figura di cui oggi c’è grande bisogno e carenza..
«Un buon pastore – amava ripetere il Curato d’Ars – è il più grande tesoro che il buon Dio possa accordare a una parrocchia e uno dei doni più preziosi della misericordia divina: rammentatelo sempre!». Un episodio celebre narra che a Giovanni, già famoso in tutta la Francia per la sua santità, fece visita un giovane prete, dubbioso e arrabbiato per quanto si diceva sul curato, nonché desideroso di umiliarlo. Disse infatti all’anziano confessore: «Com’è possibile che un prete con scarsa preparazione teologica come la vostra possa confessare? Non avrebbero mai dovuto permetterglielo!». E si sentì rispondere: «Come avete ragione.. fratello mio! – con un sorriso disarmante e privo di sarcasmo – finalmente qualcuno che mi conosce per quello che sono: un prete ignorante e non degno di questa responsabilità. Grazie di cuore». Il ragazzotto, sorpreso quanto edificato, andò in seguito a confessarsi da Giovanni, che, dopo averlo perdonato sacramentalmente, si tolse la stola, facendola indossare al giovane prete per essere confessato da lui.

Dunque fu un grande confessore..
La Confessione, chiamata anche e più correttamente sacramento della conversione, della Penitenza, del perdono e della Riconciliazione, fu ciò che lo occupò durante la maggior parte del suo ministero: alcuni attendevano fino a cinque giorni il loro turno, per potersi confessare. E dopo aver trascorso decine, spesso centinaia, talvolta migliaia di kilometri per farlo. Si calcola che negli ultimi tempi quasi 300 persone al giorno, circa 100.000 l’anno, andavano a “fargli visita”. E tutto ciò perché quel parroco di campagna sapeva leggere i loro cuori e aiutarli a tornare a Dio. 

La località di Ars-sur-Formans fu dunque una piccola “terra santa”?
In qualche modo sì, nel senso di meta di pellegrinaggio. Oggi il comune conta poco più di un migliaio di persone, ma ogni anno accoglie oltre 450.000 pellegrini da tutto il mondo, tantissimi dei quali preti, desiderosi di scoprire o riscoprire la loro stupenda vocazione. Ma non fu così dall’inizio, anzi. «Lasciate per vent’anni una parrocchia senza un prete e vi si adoreranno le bestie», diceva Giovanni Maria. Quando arrivò in questo paesino, che al tempo contava 230 abitanti, il periodo storico era tra i più bui: se da piccolo, appena dopo la Rivoluzione, il terrore imperava in Francia, ed i preti venivano perseguitati, tanto da dover celebrare di nascosto (lui stesso ricevette la Prima Comunione in clandestinità), al suo arrivo ad Ars le cose non andavano molto meglio. I luoghi di ritrovo erano quattro osterie, di cui un paio addossate proprio alla chiesa. Ma l’opera di evangelizzazione del curato fu tale, che tutte dovettero chiudere! Il suo scagliarsi contro le balere fu a tratti molto duro, ma anche originale: un giorno appese addirittura un cartello alla statua di Giovanni Battista, con su scritto “La sua testa fu la ricompensa di una danza”. Nove anni dopo il paesino era completamente trasformato.       

«Ti affidiamo, Signore, per intercessione del santo Curato d’Ars, la vita di tutti i preti che ci hai fatto incontrare nella nostra vita, e ti chiediamo di non smettere mai di inviarcene altri. Se la nostra poca fede non ci permetterà di incontrarli, donaci almeno, vivendo santamente e responsabilmente, di saperli aspettare..». 

Recita
Riccardo Cenci, Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

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