26 Luglio: Santi Gioacchino e Anna (Biografia dialogata)



Santi Gioacchino e Anna (26 luglio)
San Giovanni Damasceno così celebra i festeggiati odierni: «O felice coppia.. A voi è debitrice ogni creatura, perché per voi la creatura ha offerto al Creatore il dono più gradito, ossia quella madre, che sola era degna del Creatore.. Rallègrati Anna, “sterile che non hai partorito”, prorompi in grida di giubilo e di gioia.. Esulta, o Gioacchino, poiché dalla tua figlia è nato per noi un bimbo.. Questo bambino è Dio».

Cosa sappiamo di loro, dato che i Vangeli tacciono a riguardo?
Gioacchino, probabilmente un contadino di Nazaret, e Anna sua sposa, non possono avere figli, e a quel tempo il fatto era considerato una maledizione divina. Non solo, in quel periodo di forte attesa messianica ogni famiglia sognava di poter essere la prescelta, per accogliere il Messia appunto. Gioacchino fugge disperato nel deserto di Giuda, dove non mangia né beve quaranta giorni e quaranta notti (numero che, si badi bene, nella Scrittura è anzitutto simbolico), Anna invece piange sola. Queste notizie arrivano a noi da tre testi apocrifi: il Protovangelo di Giacomo, il Vangelo dello pseudo Matteo e il Vangelo della nascita di Maria. La vicenda, tuttavia, è mutuata dal Primo libro di Samuele (1Sam 1,1ss), in cui la sterile Anna si rivolge al Signore, promettendo di consacrargli l’eventuale nascituro.

Tornando a Gioacchino e Anna, cosa accade ai due, stando sempre agli apocrifi?
Un angelo fa visita ad entrambi, in quel momento separati, annunciando loro che diventeranno genitori. Il loro incontro successivo avverrà alla Porta d’Oro, che allude evidentemente in prima battuta a Maria, la quale ha permesso, grazie al suo “sì”, l’ingresso del Figlio di Dio nel mondo, quindi a Gesù stesso, “la porta” per eccellenza. Tale incontro sarà rappresentato dall’arte come un bacio o un abbraccio, e da diversi autori, su tutti Giotto, nella cappella degli Scrovegni a Padova, ma anche Vittore Carpaccio, Albrecht Dürer, Tommaso Fiorentino e Lorenzo Monaco. Un’immagine simboleggiante l’immacolata concezione di Maria.

Quando nasce e come si sviluppa il loro culto?
Per primo si sviluppò quello di Anna, in Oriente già dal VI secolo. In un secondo momento, grazie anche alle Crociate, si diffuse in Occidente e venne esteso al marito. I due santi venivano celebrati prima separatamente, in due date diverse, mentre il nuovo calendario liturgico li ha ricongiunti nella data del 26 luglio. Il culto di questi nonni speciali è oggi diffuso ovunque nel mondo. L’Italia, solo per fare un esempio, vanta un santuario dedicato ad Anna sulla sommità delle Alpi, le cui origini risalgono intorno all’anno 1000. È il santuario di Vinadio, nella provincia di Cuneo, situato a 2.035 metri di altitudine, intitolatole ufficialmente nell’anno 1443, in seguito ad un’apparizione della santa alla pastorella Anna Bagnis.

A proposito di nonni, ognuno di noi vi è legato in modo unico, ma loro furono nonni un po’ sui generis..
Che siano nonni speciali lo deduciamo dalle parole di Gesù, quando ci ricorda che «dai loro frutti li riconoscerete» (Mt 7,15-20). Se il frutto è Lui, beh, l’albero non può che essere buono! Nel Canto XXXII del Paradiso (133-135) Dante descrive così Anna, tutta presa ad ammirar la figlia: «Di contr’a Pietro vedi sedere Anna, tanto contenta di mirar sua figlia che non move occhio per cantar osanna». Possiamo dunque solo immaginarci come guardasse la nonna il nipotino. E chiunque diventi nonno può testimoniarlo: «ai nipoti si vuol quasi più bene che ai figli..», così si dice. La parola “nonni” deriva tra l’altro dal latino nonnu(m), “balie, nutrici”, a sottolinearne il ruolo educativo, spesso in attrito con quanto impartito dai genitori del nipote: se padre e madre dettano infatti le regole, ci pensano poi i nonni a viziare gli ultimi arrivati! E forse è giusto così..

«Dio dei nostri padri, che ai santi Gioacchino e Anna hai dato il privilegio di avere come figlia Maria, madre del Signore, per loro intercessione concedi ai tuoi fedeli di godere i beni della salvezza eterna» (Colletta del giorno).

 

Recita
Riccardo Cenci, Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Scarica la nostra App su