15 Luglio: San Bonaventura (Biografia dialogata)



San Bonaventura (15 luglio) 
«Chi si rivolge (a Cristo).. con dedizione assoluta, e fissa lo sguardo sul crocifisso Signore mediante la fede, la speranza, la carità, la devozione, l’ammirazione, l’esultanza, la stima, la lode e il giubilo del cuore, fa con lui la Pasqua, cioè il passaggio.. Se poi vuoi sapere come avvenga tutto ciò, interroga la grazia, non la scienza, il desiderio non l’intelletto, il  sospiro della preghiera non la brama del leggere, lo sposo non il maestro, Dio non l’uomo, la caligine non la chiarezza, non la luce ma il fuoco che infiamma tutto l’essere e lo inabissa in Dio..». Con queste parole, tratte dall’opuscolo Itinerario della mente a Dio, Bonaventura descrive ciò che deve muovere il sapiente, ma nel senso biblico del termine. 

Chi era Bonaventura?
Giovanni Fidanza, questo il suo nome d’origine, nacque a Bagnorea (l’attuale Bagnoregio, in provincia di Viterbo) intorno al 1218. Ammalatosi gravemente all’età di quattro anni, la madre lo raccomandò a San Francesco, di passaggio in quelle terre, promettendo a Dio che, qualora il figlio fosse guarito, lo avrebbe “offerto” ai Frati Minori. Il “poverello d’Assisi” pregò per lui e, quando seppe dell’avvenuta guarigione, esclamò: «Oh buona ventura!». Così dal 1242 Giovanni, da questo momento Bonaventura, si associò ai francescani, divenendone una colonna (al punto di essere chiamato “secondo fondatore e padre”), nonché biografo ufficiale di Francesco. Alla sua Legenda maior s’ispirò tra l’altro Giotto, per affrescare la basilica superiore di Assisi. Non solo, vescovo e cardinale in vita, fu canonizzato nel 1482 da papa Sisto IV e proclamato Dottore della Chiesa nel 1588.  

Ma i Frati Minori non guardavano con sospetto gli intellettuali?
Tra i francescani che più temevano la scienza, come nociva alla semplicità della regola francescana, c’era Jacopone da Todi. Quando Bonaventura entrò nell’Ordine, tuttavia, i Frati Minori erano già sbarcati a Parigi, Oxford, Cambridge, Strasburgo ed altre ancora. Questo fenomeno però non era avvenuto indolore, molti frati erano infatti perplessi circa questa apertura culturale. Ma Bonaventura seppe trovare un punto d’equilibrio. A frate Egidio, che gli chiedeva come avrebbe potuto salvarsi, lui che era così digiuno di qualsiasi scienza teologica, il dottore di Bagnoregio rispose: «Se Dio dà all’uomo soltanto la grazia di poterlo amare, questo basta.. Una vecchierella può amare Dio anche più di un maestro di teologia». 

Bonaventura fu tra l’altro coevo di Tommaso d’Aquino, altro uomo ispirato da Dio..
Esattamente. Nati quasi contemporaneamente, gli Ordini Mendicanti (Francescani e Domenicani), vantano tra le loro fila due figure di spicco, Bonaventura e Tommaso appunto. Se quest’ultimo è chiamato “dottore angelico”, il primo è denominato invece “dottore serafico”, da serafino, dall’ebraico serafim, “ardente”, dalla radice di saraph, “bruciare”. Nella teologia cattolica i serafini sono gli angeli che formano il primo coro della prima gerarchia. Bonaventura e Tommaso erano inoltre amici, ed ebbero come comune maestro Alessandro di Hales, all’Università di Parigi. Non solo, i due sono accomunati pure dal secondo Concilio di Lione: Bonaventura fu incaricato da papa Gregorio X di prepararlo, mentre Tommaso vi era stato invitato. Ma il dottor angelico morì due mesi prima di potervi partecipare, il dottor serafico il 15 luglio dello stesso anno, assistito personalmente dal papa. Era il 1274. Le sue spoglie mortali furono sepolte proprio nella chiesa di San Francesco della città francese. 

Prega per noi Bonaventura, intercedi affinché possiamo ottenere il dono della vera scienza, sicuri che «non basta la lettura senza l’unzione.. la speculazione senza la devozione.. l’indagine senza la meraviglia.. la circospezione senza l’esultanza.. l’industria senza la pietà.. la scienza senza la carità.. l’intelligenza senza l’umiltà.. lo studio senza la grazia». Ricordaci anche che la vita di ciascuno è la più bella notizia di cui gioisce continuamente il Padre.       

 

Recita
Riccardo Cenci, Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

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