Giovanni 21, 1-14: "E' il Signore!". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

Meditazione
L’inizio del Vangelo è una fotocopia del primo racconto vocazionale dei discepoli. Lo ricordate? Quando Gesù passò lungo il lago di Tiberiade e chiese al pescatore Pietro e compagni, reduci da una notte di lavoro in bianco, di prendere il largo e di gettare le reti.
Ecco ci risiamo. La cosa che subito mi stupisce è però il fatto che non sono passate che pochi giorni dalla morte di Gesù e Pietro e compagni decidano di tornare al loro vecchio lavoro. Mi vengono in mente quei ragazzini che finita una storia sentimentale ne hanno già un’altra pronta nel cassetto. Magari c’è anche un lutto da elaborare, un dolore da medicare. No, niente. Forse anche per distogliere mente e cuore da tutto quello che è accaduto i pescatori di uomini tornano a pescare i pesci.
Ma Gesù non li molla.
E con la stessa modalità della prima volta mostra loro la potenza della sua Parola. Gettate le reti dalla parte destra e troverete. E così accade. Giovanni, il discepolo che Gesù amava, ha sempre saputo scrutare oltre come le aquile il sole e dà l’annuncio: è il Signore! Tutto si rimette in moto e Pietro memore della sua storia si getta in mare.
Interessante vedere il come. Era svestito e si stringe la veste ai fianchi. Ma mi dite voi come si fa a nuotare così? Forse non è questo un escamotage letterario che l’evangelista Giovanni usa per dire altro? Pietro ricordiamocelo è colui che ha rinnegato Cristo. Non è passato molto da quella notte in cui bestemmiando rinnegava davanti a quella donna la sua appartenenza al gruppo di Gesù. Pietro sulla barca era svestito perché come Adamo era nudo di fronte a Dio e si vergognava del suo peccato. E come Adamo si è messo la foglia di fico, così Pietro si copre.
Tutti noi siamo così. Il peccato lascia segni indelebili nella nostra psiche e ci vediamo davanti agli altri inadeguati e svergognati. E figuriamoci davanti a Gesù.
Ma Pietro è coraggioso, come sempre. Quel grido:"E' il Signore!" lo fa sobbalzare e pur con vergogna si getta in mare per abbracciare il suo Signore. Questa è la santità: cadere e rialzarsi.

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

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