Giovanni 14, 7-14 con il commento di don Davide Arcangeli



Testo del Vangelo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

Meditazione
Qui Gesù fa delle affermazioni molto forti sulla sua uguaglianza con il Padre. Non si può giungere al Padre e conoscerlo se non si conosce Gesù, l’unica via per arrivare al Padre. Di fronte all’intervento di Filippo, che chiede a Gesù di mostrargli il Padre, la pretesa di Gesù arriva al culmine: egli non è semplicemente una via che conduce al Padre e che, una volta terminato il suo compito, cessa di funzionare, ma è la via che permanentemente mostra e rivela il Padre, al punto che “chi ha visto me ha visto il Padre”. C’è una presenza del Padre nel Figlio e del Figlio nel Padre che è coessenziale ai due. È la logica dell’amore che li unisce al punto che l’uno è nell’altro e l’altro è nell’uno. Pur essendo distinti, come Figlio e come Padre, tuttavia si appartengono e si possiedono reciprocamente.
Una cosa simile accade umanamente quando due persone sono molto innamorate: esse infatti tendono a condizionarsi e a influenzarsi reciprocamente, tanto che alcuni tratti dell’uno compaiono nell’altra e viceversa. In Dio questo accade non solo per alcuni aspetti del carattere, ma per la globalità della persona: nella carne di Gesù è presente l’interezza e la totalità della divinità, perché il Figlio appartiene totalmente al Padre, nella sua carne di uomo.
Grazie a questo il nome di Gesù è potente, perché partecipa della potenza d’amore del Padre. Quando preghiamo abbiamo questa fiducia? Siamo disponibili ad affidarci a Gesù tanto da pensare che egli possa realmente realizzare quello che gli chiediamo nel Suo nome?

Recita
Simona Mulazzani

Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org

Meditazione
Don Davide Arcangeli

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