Giovanni 6, 52-59 con il commento di don Marco Casadei



Testo del Vangelo
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

Meditazione
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro.
La parola che proclama il Figlio dell'uomo è priva di accomodamenti, la sua irruzione non ha nulla da spartire con le rassicuranti, eppur sorde, mute orazioni, che l’istituzione religiosa (di ogni  colore, latitudine e longitudine) così  tristemente, e sovente, pronuncia su coscienze schiave di precetti (Lc 14,1ss). La Parola è un netto “si, si! no, no!” (Mt 5,37), che spacca in due (Lc 11,22; 12,46) come dall'alto al basso lacera il velo del Tempio al forte grido del crocifisso. Una Parola, insomma, divide le acque per il sorgere della filialità evangelica (Gv 7,40ss; 8,30ss)!

Recita
Sara Urbinati

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Marco Casadei

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