Non ti prostrerai davanti ad altri dei e non li servirai



Testo della preghiera
Farsi una immagine di Dio è un pò come mettere una fotografia al suo posto. Pensiamo a quando mettiamo in evidenza in casa una fotografia per ricordare un defunto. Guardo la foto e lo ricordo bello, bravo, buono, ma lui non c'è più. La fotografia ricorda ma non mi fa vivere la relazione. Lo stesso per una fotografia di un divo del cinema. Lo guardo, lo penso, fantastico, lo adoro; ma lui non c’è! Lui non sa assolutamente nulla di me!
Lo stesso può accadere con Dio. Quando Dio muore nella mia vita lo sostituisco con delle fotografie mentali. Costruisco così gli idoli che in fondo, che, come dice il salmo 114, sono opera delle mani dell’uomo, hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono. E dopo averli costruiti li adoro, così come fecero gli egiziani con il vitello d’oro. Perché l'idolo per sua natura è asservente, cioè rende schiavo.

Perdonami quando mi inginocchio davanti agli idoli che mi son creata.
Perdonami quando guardo questi idoli e li carico delle mie aspettative, dei miei bisogni più arcani, delle mie passioni più sensuali, delle mie frustrazioni che non ammetto neppure a me stesso. E mi ritrovo a passare le ore senza parlare e senza neppure pensare di fronte ad un oggetto morto che solo io faccio vivere nell'attesa strenuante che mi salvi dal dolore esistenziale di cui soffro.

Non capivo come il popolo di Egitto avesse potuto costruire un vitello e prostrarsi dinanzi ad esso. Che sciocchi pensavo... Oggi scopro amaramente che anche io faccio lo stesso. Cos'è uno schermo di una TV o di un tablet se non un idolo scolpito da mani d'uomo. Senza connessione, ha bocca ma non parla, ha orecchi ma non ascolta…
Perdonami Signore perchè sono io che lo faccio parlare, sono io che lo faccio ascoltare. Sono io che gli chiedo di fare ciò che desidero, ciò che sogno, ciò che mi gratifica, ciò che mi eccita, ciò che mi benefica.
Ma è un idolo. Pian piano prende il sopravvento, perchè l'idolo di sua natura è asservente. È lui che ora che mi comanda, che mi governa, che mi umilia.
Signore perdonami perché mi sono circondato di idoli. Non parlo solo delle foto giganti o delle immagini top secret di donne sexy che affollano il mio computer e prima ancora la mia testa, ma anche degli oggetti che nel mio immaginario diventano vivi, reali e pseudo salvifici.

Perdonami quando spendo e spando per comprarmi degli oggetti che ho già reso idoli a cui prostrarmi. Perdona il mio shopping compulsivo, la mia resa sugli store di Internet, il mio lasciarmi andare senza più freni sulle chat e videochat, sui giochi on line, i giochi d’azzardo e ogni passione perversa di gioco.

Recita
Franco Mastrolonardo, Valentina Rastelli, Marco Missiroli

Musica di sottofondo
Taizé - Kyrie Eleison 350 (CZ). Schola OP © 2015. Diritti Creative Commons

Scarica la nostra App su