Vespri



Testo del Vespro
Celebriamo i vespri nel martedì di Quaresima.
Il luogo in cui avviene l’incontro con la misericordia di Dio è il nostro peccato. Quando si sperimenta l’abbraccio di misericordia, quando ci si lascia abbracciare, quando ci si commuove: allora la vita può cambiare, perché rispondiamo a questo dono immenso e imprevisto, che agli occhi umani può apparire perfino “ingiusto”, per quanto è sovrabbondante.

O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo. *
Come era nel principio, e ora e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.

Inno di Quaresima
Sono qui, conosco il tuo cuore,
con acqua viva ti disseterò.
Sono io, oggi cerco te,
cuore a cuore ti parlerò.

Nessun male più ti colpirà
il tuo Dio non dovrai temere,
se la mia legge in te scriverò
al mio cuore ti fidanzerò
e mi adorerai in Spirito e Verità.

Grande è il nostro peccato ma più grande è il tuo amore. Quanto è vero! Solo l'amore di Dio può coprire le nostre ferite senza toccare le corde scoperte del dolore, della rabbia o della recriminazione. Non c’è pretesa piú rozza di chi vorrebbe oltrepassare il recinto sacro della nostra sofferenza personale senza quella delicatezza che è sola dell'amore di Dio.

Inno di Quaresima
Accogli, o Dio pietoso,
le preghiere e le lacrime
che il tuo popolo effonde
in questo tempo santo.

Tu che scruti e conosci
i segreti dei cuori,
concedi ai penitenti
la grazia del perdono.

Risplenda la tua lampada
sopra il nostro cammino,
la tua mano ci guidi
alla meta pasquale.

Grande è il nostro peccato,
ma più grande è il tuo amore:
cancella i nostri debiti
a gloria del tuo nome.

Ascolta, o Padre altissimo,
tu che regni nei secoli
con il Cristo tuo Figlio
e lo Spirito Santo. Amen.

Il salmo che segue è un canto nazionale di dolore. Sono coinvolti, nelle parole del Salmista, la mano, la lingua, il palato, la voce, le lacrime, cioè il corpo umano. È una invocazione integrale di guarigione e di liberazione.

Ant: Come canteremo i canti del Signore in terra straniera?

Salmo 136, 1-6
Sui fiumi di Babilonia, là sedevamo piangendo *
al ricordo di Sion.
Ai salici di quella terra *
appendemmo le nostre cetre.

Là ci chiedevano parole di canto *
coloro che ci avevano deportato,
canzoni di gioia, i nostri oppressori: *
«Cantateci i canti di Sion!».

Come cantare i canti del Signore *
in terra straniera?
Se ti dimentico, Gerusalemme, *
si paralizzi la mia destra;

mi si attacchi la lingua al palato, †
se lascio cadere il tuo ricordo, *
se non metto Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

Ant: Come canteremo i canti del Signore in terra straniera?

Lettura breve Is 1, 16-18
Lavatevi, purificatevi, togliete dalla mia vista il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova. Su, venite e discutiamo, dice il Signore. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana.

Responsorio quaresimale
Se la mia legge in te scriverò
al mio cuore ti fidanzerò
e mi adorerai in Spirito e Verità.

Il Magnificat si svela il senso della storia della salvezza. Israele soccorso è l'umanità ferita; Il Figlio di Maria, Gesù, è il medico divino.

Cantico della beata Vergine Lc 1, 46-55
L'anima mia magnifica il Signore *
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l'umiltà della sua serva. *
D'ora in poi tutte le generazioni
mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente *
e santo é il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia *
si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, *
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni, *
ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati, *
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, *
ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri, *
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.

Intercessioni
Memori della parola del Salvatore, che ci ha raccomandato di vegliare e pregare per non cadere in tentazione, invochiamo con forza il suo nome:
E mi adorerai in Spirito e Verità.
E mi adorerai in Spirito e Verità...

Cristo Gesù, che hai promesso di essere presente in mezzo ai tuoi fedeli, riuniti nel tuo nome,
- donaci la grazia di pregare il Padre in unione con te nello Spirito.

Purifica da ogni macchia il volto della Chiesa tua sposa,
- donale di camminare nella speranza con la potenza del tuo Spirito.

Tu che ami gli uomini, rendici disponibili all'aiuto fraterno secondo il tuo comandamento,
- perché risplenda più viva ad ogni uomo la luce della salvezza.

O Re della pace, fa' che in tutto il mondo regni la tua pace,
- e l'umanità intera sperimenti la gioia della tua presenza.

Apri le porte della beata eternità a tutti i defunti,
- prepara un posto anche per noi nella gloria incorruttibile del tuo regno.

Padre nostro
Pater noster, qui es in cælis:
sanctificétur Nomen Tuum:
advéniat Regnum Tuum:
fiat volúntas Tua,
sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum
cotidiánum da nobis hódie,
et dimítte nobis débita nostra,
sicut et nos dimíttimus
debitóribus nostris.
et ne nos indúcas in tentatiónem;
sed líbera nos a Malo. Amen.

Orazione
Ascolta, Padre misericordioso, 
le nostre umili preghiere: noi confessiamo a te le nostre colpe 
e tu, nella tua bontà, donaci il perdono e la pace.

Per Cristo nostro Signore. 

Amen.

Il Signore vi benedica, vi preservi da ogni male e vi conduca alla vita eterna.
Amen.

Recita
Franco Mastrolonardo, Paola Ragni, Federico Fedeli, Valentina Rastelli, Antonio Bongiovanni, Daniela Santorsola, Francesca Cevoli

Musica di sottofondo
Al salmo Autore J.S.Bach. O Haupt voll Blut und Wunden. Bert Alink, guitar Publisher Info.: Bert Alink. Copyright: Creative Commons Attribution Share Alike 3.0
Suoni di ambiente Vento in inverno dal sito freesound.org

Canti
Inno Autore: Emily Lepri. Canta e suona Emily Lepri.
Canone Gesù e la Samaritana. Autore: A.De Luca, B.Conte. Cantano Danilo Concordia e Susanna Rossi. Suona Gabriele Fabbri.
Magnificat Autore: anonimo. Cantano e suonano le Sorelle clarisse di Sant'Agata Feltria.
Padre nostro Cantano e suonano le Sorelle clarisse di Sant'Agata Feltria

Immagine
L'immagine è tratta da www.pexels.com

 

Preghiera liturgica
Le Lodi e i Vespri in Pregaudio, come sapete, non coincidono esattamente con il salterio canonico. In questo tempo di Quaresima, inoltre, è stato pensato un vero e proprio percorso spirituale alternativo, certamente utile alla elaborazione dei temi quaresimali quali: la conversione, la tentazione, il peccato, il dolore e la morte, la misericordia e la grazia. Abbiamo chiamato questo cammino: "dal lunedì alla domenica; dalle lacrime amare alle lacrime di gioia”. In fondo alla pagina trovate i dettagli del percorso.
I sottofondi musicali sono sobri, giusto all’inizio con un vento invernale misto ad acqua e neve. I salmi per la maggior parte sono penitenziali. Le didascalie tracciano i contenuti di fondo. I canti e i canoni sono cantati dai ragazzi del Punto Giovane, mentre Benedictus, Magnificat e Pater sono cantati dalle clarisse di sant’Agata Feltria.

Quaresima: i contenuti
Il percorso delle lodi e dei vespri che proponiamo per la quaresima è un invito ad un vero e proprio cammino spirituale di conversione e di vita nuova.
Come sapete la liturgia che proponiamo con Pregaudio ha uno stile semplice e semplificato rispetto a quella “canonica”. Riteniamo però abbia il vantaggio di arrivare con più facilità al cuore dell’uomo e della donna dei nostri giorni almeno per questi motivi: per le didascalie che spiegano i contenuti, per i canti a portata di un orecchio contemporaneo e per le fresche voci recitanti dei ragazzi.
Inoltre la scelta che abbiamo fatto, cioè di strutturare una cadenza settimanale dove ogni giorno acquisisce una importanza strategica, anche questo aiuta a pregare più facilmente.
Passiamo ora al cammino quaresimale.
In quaresima il ritmo settimanale di Pregaudio tende a muovere "l’orante delle preghiere in audio" dal pianto amaro per la constatazione dei propri peccati al pianto gioioso della salvezza ritrovata.
Il viaggio comincia sempre il lunedì, tenendo conto che la domenica è sempre per noi giorno primo e ultimo, culmine e fonte della settimana e di tutta la vita spirituale.

Diciamo pure che il lunedì si parte, ma se non ci fosse la domenica, ogni partenza sarebbe vana!
Comunque sia il lunedì inizia questo viaggio nel deserto della nostra anima ed è caratterizzato subito dal pianto. Il pianto è l’elemento emotivo per antonomasia, come a dire che il primo impatto con i nostri peccati avviene sempre dentro la sfera emozionale. Gli stessi padri del deserto, maestri dello spirito, intenditori degli spiriti malvagi, capaci di un discernimento profondo e razionale, proprio loro chiedevano con insistenza il dono delle lacrime. Ogni movimento spirituale parte dalle passioni per arrivare al cuore. Le passioni sono la parte corporea, la superficie. Non possiamo certo fermarci lì, ma è imprescindibile il fatto che dobbiamo partire da lì. La stessa preghiera comincia con l’atteggiamento del corpo, con le parole della bocca, il canto, la disciplina della postura. Poi si entra nella preghiera mentale, quella razionale, del ragionamento, della elaborazione meditativa ed infine si arriva alla preghiera del cuore che ci trasforma e muove tutto l’organismo vivente alla preghiera. A quel punto tutto diventa preghiera.
Ma quello è un punto di arrivo.
Occorre partire dall’inizio. Così il nostro cammino di conversione ha un inizio che impatta con la nostra parte emotiva.
Quindi piangiamo. Piangiamo di fronte alle nostre brutture, di fronte ai nostri peccati, mischiati a tanti sensi di colpa. Ha pianto Pietro al canto del gallo lacrime amare di pentimento e ha pianto di tristezza la Maddalena di fronte al sepolcro vuoto. Quei pianti sono stati sorgente improvvisa di vita nuova.
Quindi il lunedì constatiamo emotivamente le nostre brutture. Chiediamo a Dio di vedere i nostri peccati. Diceva un padre spirituale al suo figlio che chiedeva di vedere gli angeli: "procurati di vedere i tuoi peccati e non gli angeli. Solo così camminerai nella santità”.
Ma vedere i peccati porta anche una vera amarezza, come scriveva il curato d’Ars: “ho visto il cuore di un gentiluomo e ne ho provato ribrezzo”. E il gentiluomo era lui!

Il martedì apriamo gli occhi di fronte al peccato e cominciamo ad elaborarlo diciamo in maniera più razionale. E' il passaggio della consapevolezza. Dobbiamo riconoscere le ferite e dargli un nome. Ma non solo. Dobbiamo anche essere capaci di metterli di fronte a Gesù. Verbalizzare il nostro stato d’animo e dare un nome alle lacrime non è cosa facile. Forse in questa fase occorre qualcuno che ci aiuti. Ma il confessare a Gesù il peccato, ebbene, quella è solo cosa nostra. Quante grida nel vangelo. Il cieco di Gerico urla a Gesù la sua cecità e non si lascia intimidire dalla folla benpensante che gli ordina di tacere. Oltre la capacità razionale di elaborare le ferite occorre quindi una capacità volitiva, quasi testarda, di confessare il peccato. E qui si entra nel terzo giorno, il mercoledì.

Ricordiamoci sempre che il mercoledì è l’ingresso al Triduo Pasquale. E’ un giorno di cerniera. Nei vari tempi liturgici, in Pregaudio, il mercoledì è collegato allo Spirito Santo che, come in una epiclesi, fa sbocciare il dono che ci viene dall’alto: Gesù. Se nei primi tre giorni è l’uomo che cammina verso Dio, dal giovedì è Dio che cammina verso l’uomo. Diceva Sant'Agostino : "non ti avrei mai trovato se tu non mi avessi cercato”.
Il mercoledì il passo è difficile. Occorre accettare l’essere peccatori e presentarsi nudi davanti a Gesù. Come il lebbroso nella sinagoga, al quale Gesù chiede davanti a tutti gli scribi e farisei di mettersi al centro e di tendere la mano malata. Questo passo ci blocca. Prendiamo paura. La paura è una malattia dello spirito. Avete mai visto qualcuno assalito dalla paura? Il suo viso è orribile: quella fissità dello sguardo, quel tremore animalesco, quella difesa supplichevole. La paura fa perdere all’uomo la sua umanità. Non sembra più una creatura di Dio, ma del diavolo; diventa un essere devastato, sottomesso. Infatti questo è il tempo del principe di questo mondo.
Ma perché abbiamo paura? E di chi abbiamo paura? Abbiamo paura di Dio, del suo giudizio. Allora il diavolo coglie il momento propizio e volge l’accusa a suo vantaggio. Ci fa passare Dio come un nemico e con un gioco di prestigio ci fa vedere, come ad Eva nel paradiso, un mondo certamente migliore di quello che stiamo vivendo. Basta tornare indietro, rimettere gli abiti del peccato e affidarci a lui, spietato mentitore, venditore a basso prezzo della felicità illusoria. E di nuovo cadiamo nella trappola. Siamo sua preda. Griderà san Paolo: “vedo il bene e seguo ancora il male”... "Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?".

Si arriva così al giovedì.
Il giovedì è Gesù a prendere l’iniziativa. Se l’umanità è schiava del peccato Gesù decide di assumere l’umanità e di sposarla per come è. Inevitabilmente accetta di subire anche lui la condizione di schiavo. Ma nel giorno e nella notte in cui assapora il peggiore dei dolori spirituali, cioè il tradimento dei suoi amici, consegna a tutti noi la sua fedeltà. Sarà con noi per sempre nel pane e nel vino. Poi quello scambio di prigionieri. Barabba il peccatore rilasciato e Gesù il giusto condannato. E’ metafora certamente di uno scambio epocale nella storia della salvezza: l’uomo peccatore viene rilasciato e Gesù viene condannato al suo posto.

Il venerdì Gesù paga il male che abbiamo fatto. Avevamo paura di presentarci nudi di fronte a Dio. E’ ora Dio che si presenta nudo di fronte a noi. Avevamo paura di essere giudicati da Lui, ora è Lui che si lascia giudicare da noi. E’ salito sulla croce e ha fatto il cammino che da soli non saremmo mai riusciti a fare: inchiodare sulla croce i nostri peccati. L’ha fatto Lui per noi. Gesù è morto per noi. Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

Il sabato è il giorno dell’attesa. Ma è anche il giorno di Maria, perché è lei l’unica che attende con la fede pasquale. Noi invece siamo dispersi, liberati si, ma senza un pastore che ci guidi. Il nostro maestro lo abbiamo visto morire in croce. Non riusciamo a vedere oltre. Il venerdì ci ha liberati dal peccato, ora occorre essere liberati per la gioia. Il sabato la terra è attonita, muta, in attesa. Il sabato è anche ricerca di Dio. Dio è morto diceva Nietzsche. Ma l'uomo nel profondo del suo cuore continua instancabilmente a sperare. Se Dio fosse morto che senso avrebbe vivere?

La Domenica è il giorno della Resurrezione. Cosa è successo? Mentre noi abbiamo guardato Gesù morto in croce e deposto nel sepolcro, in realtà lo stesso Gesù è stato liberato dalla morte. La Vita non poteva essere vinta dalla morte. Non solo. Gesù portando con se fino all'eccesso della sofferenza tutta la nostra umanità che ha fatto sua per sempre, ha vinto la morte anche per noi. Così il principe di questo mondo rimane, sgomento, senza preda. Lui il carceriere delle nostre anime diventa lui stesso prigioniero. La Domenica viviamo questo anticipo di paradiso. Ed è gioia piena. Anche nel tempo quaresimale. Dio è morto, ma oggi è risorto. Siamo stati liberati dal tiranno e siamo stati liberati per una vita nuova. Ritroviamo il senso, il significato profondo della vera felicità, che è l'amore! Ora non abbiamo più paura.

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