Lodi



Testo delle Lodi
Celebriamo le lodi nel giovedì di Quaresima. È il giorno dell'Amore.“Cos'è l'Amore? Lasciare tutto e donarsi tutto all'amato. Il Signore Gesù ha fatto così: incarnandosi ha sposato l'umanità, ha sposato ciascuno di noi nel Battesimo, ogni giorno ci sposa nell'Eucarestia, si confonde nella nostra fragile e povera carne per amore, ci inonda del suo Amore e ci spinge a ridonarlo.

O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo. *
Come era nel principio, e ora e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.

Inno di Quaresima
Sono qui, conosco il tuo cuore,
con acqua viva ti disseterò.
Sono io, oggi cerco te,
cuore a cuore ti parlerò.

Nessun male più ti colpirà
il tuo Dio non dovrai temere,
se la mia legge in te scriverò
al mio cuore ti fidanzerò
e mi adorerai in Spirito e Verità.

Dio sposa l’umanità. Dio ci ama così come siamo. Non cerca la nostra perfezione, bensì il nostro peccato. Non ci pare vero che esista un Dio così. Ora la tentazione è quella di rinunciare all’amore perchè è troppo bello. Ci succede a volte anche questo: rinunciare ad una felicità per paura poi di perderla. Così la perdiamo prima ancora di viverla.

Inno del giorno
Nella santa assemblea,
o nel segreto dell'anima,
prostriamoci ed imploriamo
la divina clemenza.

Dall'ira del giudizio
o Padre buono, liberaci.
Non togliere ai tuoi figli
il segno della tua gloria.

Ricorda che ci plasmasti
con il soffio del tuo Spirito:
siam tua vigna, siamo il tuo popolo,
e l'opera delle tue mani.

Perdona i nostri errori,
e sana le nostre ferite,
e guidaci con la tua grazia
alla vittoria pasquale.

Sia lode al Padre altissimo,
al Figlio al Santo Spirito
com'era nel principio,
ora e nei secoli. Amen.

Ti alzerai e avrai compassione di Sion: è tempo di avere pietà, l’ora è venuta. Così si esprime l’orante proprio mentre si fa palpabile la percezione della propria disperazione. Dio si sente come in “obbligo” ad alzarsi per risollevare lui e tutta l’umanità che sperimenta il dramma dell’isolamento.

Ant. Il Signore si è affacciato dal suo santuario,
giunge in nostro aiuto

Salmo 101
Signore, ascolta la mia preghiera,
a te giunga il mio grido.
Non nascondermi il tuo volto;

nel giorno della mia angoscia 
piega verso di me l'orecchio.

Quando ti invoco,
presto, rispondimi.
Si dissolvono in fumo i miei giorni

e come brace ardono le mie ossa.


Il mio cuore abbattuto come erba inaridisce,
dimentico di mangiare il mio pane.
Per il lungo mio gemere
aderisce la mia pelle alle mie ossa.

Sono simile al pellicano del deserto,

sono come un gufo tra le rovine.
Veglio e gemo
come uccello solitario sopra un tetto.

Tutto il giorno mi insultano i miei nemici,
furenti imprecano contro il mio nome.
Di cenere mi nutro come di pane,
alla mia bevanda mescolo il pianto.

I miei giorni sono come ombra che declina,

e io come erba inaridisco.
Ma tu, Signore, rimani in eterno,
il tuo ricordo per ogni generazione.

Tu sorgerai, avrai pietà di Sion,
perché è tempo di usarle misericordia: 
l'ora è giunta.
Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre
e li muove a pietà la sua rovina.

I popoli temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.

Egli si volge alla preghiera del misero
e non disprezza la sua supplica.
Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo nuovo darà lode al Signore.


Il Signore si è affacciato
dall'alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il gemito del prigioniero,


per liberare i condannati a morte; perché sia annunziato in Sion
il nome del Signore e la sua lode in Gerusalemme,
quando si aduneranno insieme
i popoli 
e i regni per servire il Signore.

Ha fiaccato per via la mia forza,

ha abbreviato i miei giorni.
lo dico: Mio Dio, non rapirmi a metà dei miei giorni;
i tuoi anni durano per ogni generazione.


In principio tu hai fondato la terra,
i cieli sono opera delle tue mani.
Essi periranno, ma tu rimani,
tutti si logorano come veste,

come un abito tu li muterai
ed essi passeranno.
Ma tu resti lo stesso
e i tuoi anni non hanno fine.

I figli dei tuoi servi avranno una dimora
resterà salda davanti a te la loro discendenza.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo. *
Come era nel principio, e ora e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. Il Signore si è affacciato dal suo santuario,
giunge in nostro aiuto

Lettura breve Is 53, 2-3
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per provare in lui diletto.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia,
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.

Responsorio quaresimale
Se la mia legge in te scriverò
al mio cuore ti fidanzerò
e mi adorerai in Spirito e Verità.

Il Benedictus ci racconta la storia della salvezza. Dio che visita il suo popolo è Gesù che si avvicina all'umanità dispersa e la stringe a sè in un abbraccio infinito.

Cantico di Zaccaria Lc 1, 68-79
Benedetto il Signore Dio d'Israele, *
perché ha visitato e redento il suo popolo,

e ha suscitato per noi una salvezza potente *
nella casa di Davide, suo servo,

come aveva promesso *
per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:

salvezza dai nostri nemici, *
e dalle mani di quanti ci odiano.

Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri *
e si è ricordato della sua santa alleanza,

del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, *
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,

di servirlo senza timore, in santità e giustizia *
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo *
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,

per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza *
nella remissione dei suoi peccati,

grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, *
per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge,

per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre *
e nell'ombra della morte

e dirigere i nostri passi *
sulla via della pace.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.

Invocazioni
Cristo, luce del mondo, è venuto fra noi perché non camminiamo più nelle tenebre, ma abbiamo la luce della vita. A lui si innalzi la nostra lode e la nostra preghiera:
E mi adorerai in Spirito e Verità
e mi adorerai in Spirito e Verità...

Signore fa' che oggi progrediamo alla scuola della tua bontà e diveniamo tuoi imitatori,
- per ritrovare in te, nuovo Adamo, ciò che abbiamo perduto a causa del primo Adamo.

La tua parola illumini sempre il nostro cammino,
- perché viviamo nella verità e nella carità, per la perfezione del tuo corpo mistico.

Insegnaci a fare del bene a tutti nel tuo nome,
- perché la luce della tua Chiesa risplenda sempre più sull'umana famiglia.

Donaci la grazia della conversione, perché espiamo le offese recate alla tua bontà e sapienza,
- e otteniamo il bene inestimabile della tua amicizia.

Padre Nostro
Pater noster, qui es in cælis:
sanctificétur Nomen Tuum:
advéniat Regnum Tuum:
fiat volúntas Tua,
sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum
cotidiánum da nobis hódie,
et dimítte nobis débita nostra,
sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris.
et ne nos indúcas in tentatiónem;
sed líbera nos a Malo. Amen.

Orazione
O Dio che hai sposato la nostra umanità per restituirci l'abito nuziale perso col peccato, fa che possiamo corrispondere al Tuo amore, donandoci noi stessi ai nostri fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Il Signore vi benedica, vi preservi da ogni male e vi conduca alla vita eterna.
Amen.

Recita
Franco Mastrolonardo, Paola Ragni, Danilo Concordia, Daniela Santorsola, Vittoria Salvatori, Valentina Bordoni, Jeffry Mandi

Musica di sottofondo
Al salmo Autore S. Rachmaninoff. Prelude in E Flat Op. 23 No.6. Jeremy Ng
Suoni di ambiente Suono del vento in inverno dal sito freesound.org

Canti
Inno Autore: Petra Rossi. Canta Petra Rossi. Suona Federico Fabbri.
Canone Gesù e la Samaritana. Autore: A.De Luca, B.Conte. Cantano Danilo Concordia e Susanna Rossi. Suona Gabriele Fabbri.
Benedictus Autore: anonimo. Cantano Sorelle clarisse di Sant'Agata Feltria.
Padre nostro Cantano e suonano le Sorelle clarisse di Sant'Agata Feltria

Immagine
L'immagine è tratta da www.pexels.com

Preghiera liturgica
Le Lodi e i Vespri in Pregaudio, come sapete, non coincidono esattamente con il salterio canonico. In questo tempo di Quaresima, inoltre, è stato pensato un vero e proprio percorso spirituale alternativo, certamente utile alla elaborazione dei temi quaresimali quali: la conversione, la tentazione, il peccato, il dolore e la morte, la misericordia e la grazia. Abbiamo chiamato questo cammino: "dal lunedì alla domenica; dalle lacrime amare alle lacrime di gioia”. In fondo alla pagina trovate i dettagli del percorso.
I sottofondi musicali sono sobri, giusto all’inizio con un vento invernale misto ad acqua e neve. I salmi per la maggior parte sono penitenziali. Le didascalie tracciano i contenuti di fondo. I canti e i canoni sono cantati dai ragazzi del Punto Giovane, mentre Benedictus, Magnificat e Pater sono cantati dalle clarisse di sant’Agata Feltria.

Quaresima: i contenuti
Il percorso delle Lodi e dei Vespri che proponiamo per la quaresima è un invito ad un vero e proprio cammino spirituale di conversione e di vita nuova.
Come sapete la liturgia che proponiamo con Pregaudio ha uno stile semplice e semplificato rispetto a quella “canonica”. Riteniamo però abbia il vantaggio di arrivare con più facilità al cuore dell’uomo e della donna dei nostri giorni almeno per questi motivi: per le didascalie che spiegano i contenuti, per i canti a portata di un orecchio contemporaneo e per le fresche voci recitanti dei ragazzi.
Inoltre la scelta che abbiamo fatto, cioè di strutturare una cadenza settimanale dove ogni giorno acquisisce una importanza strategica, anche questo aiuta a pregare più facilmente.
Passiamo ora al cammino quaresimale.
In quaresima il ritmo settimanale di Pregaudio tende a muovere "l’orante delle preghiere in audio" dal pianto amaro per la constatazione dei propri peccati al pianto gioioso della salvezza ritrovata.
Il viaggio comincia sempre il lunedì, tenendo conto che la domenica è sempre per noi giorno primo e ultimo, culmine e fonte della settimana e di tutta la vita spirituale.

Diciamo pure che il lunedì si parte, ma se non ci fosse la domenica, ogni partenza sarebbe vana!
Comunque sia il lunedì inizia questo viaggio nel deserto della nostra anima ed è caratterizzato subito dal pianto. Il pianto è l’elemento emotivo per antonomasia, come a dire che il primo impatto con i nostri peccati avviene sempre dentro la sfera emozionale. Gli stessi padri del deserto, maestri dello spirito, intenditori degli spiriti malvagi, capaci di un discernimento profondo e razionale, proprio loro chiedevano con insistenza il dono delle lacrime. Ogni movimento spirituale parte dalle passioni per arrivare al cuore. Le passioni sono la parte corporea, la superficie. Non possiamo certo fermarci lì, ma è imprescindibile il fatto che dobbiamo partire da lì. La stessa preghiera comincia con l’atteggiamento del corpo, con le parole della bocca, il canto, la disciplina della postura. Poi si entra nella preghiera mentale, quella razionale, del ragionamento, della elaborazione meditativa ed infine si arriva alla preghiera del cuore che ci trasforma e muove tutto l’organismo vivente alla preghiera. A quel punto tutto diventa preghiera.
Ma quello è un punto di arrivo.
Occorre partire dall’inizio. Così il nostro cammino di conversione ha un inizio che impatta con la nostra parte emotiva.
Quindi piangiamo. Piangiamo di fronte alle nostre brutture, di fronte ai nostri peccati, mischiati a tanti sensi di colpa. Ha pianto Pietro al canto del gallo lacrime amare di pentimento e ha pianto di tristezza la Maddalena di fronte al sepolcro vuoto. Quei pianti sono stati sorgente improvvisa di vita nuova.
Quindi il lunedì constatiamo emotivamente le nostre brutture. Chiediamo a Dio di vedere i nostri peccati. Diceva un padre spirituale al suo figlio che chiedeva di vedere gli angeli: "procurati di vedere i tuoi peccati e non gli angeli. Solo così camminerai nella santità”.
Ma vedere i peccati porta anche una vera amarezza, come scriveva il curato d’Ars: “ho visto il cuore di un gentiluomo e ne ho provato ribrezzo”. E il gentiluomo era lui!

Il martedì apriamo gli occhi di fronte al peccato e cominciamo ad elaborarlo diciamo in maniera più razionale. E' il passaggio della consapevolezza. Dobbiamo riconoscere le ferite e dargli un nome. Ma non solo. Dobbiamo anche essere capaci di metterli di fronte a Gesù. Verbalizzare il nostro stato d’animo e dare un nome alle lacrime non è cosa facile. Forse in questa fase occorre qualcuno che ci aiuti. Ma il confessare a Gesù il peccato, ebbene, quella è solo cosa nostra. Quante grida nel vangelo. Il cieco di Gerico urla a Gesù la sua cecità e non si lascia intimidire dalla folla benpensante che gli ordina di tacere. Oltre la capacità razionale di elaborare le ferite occorre quindi una capacità volitiva, quasi testarda, di confessare il peccato. E qui si entra nel terzo giorno, il mercoledì.
Ricordiamoci sempre che il mercoledì è l’ingresso al Triduo Pasquale. E’ un giorno di cerniera. Nei vari tempi liturgici, in Pregaudio, il mercoledì è collegato allo Spirito Santo che, come in una epiclesi, fa sbocciare il dono che ci viene dall’alto: Gesù. Se nei primi tre giorni è l’uomo che cammina verso Dio, dal giovedì è Dio che cammina verso l’uomo. Diceva Sant'Agostino : "non ti avrei mai trovato se tu non mi avessi cercato”.

Il mercoledì il passo è difficile. Occorre accettare l’essere peccatori e presentarsi nudi davanti a Gesù. Come il lebbroso nella sinagoga, al quale Gesù chiede davanti a tutti gli scribi e farisei di mettersi al centro e di tendere la mano malata. Questo passo ci blocca. Prendiamo paura. La paura è una malattia dello spirito. Avete mai visto qualcuno assalito dalla paura? Il suo viso è orribile: quella fissità dello sguardo, quel tremore animalesco, quella difesa supplichevole. La paura fa perdere all’uomo la sua umanità. Non sembra più una creatura di Dio, ma del diavolo; diventa un essere devastato, sottomesso. Infatti questo è il tempo del principe di questo mondo.
Ma perché abbiamo paura? E di chi abbiamo paura? Abbiamo paura di Dio, del suo giudizio. Allora il diavolo coglie il momento propizio e volge l’accusa a suo vantaggio. Ci fa passare Dio come un nemico e con un gioco di prestigio ci fa vedere, come ad Eva nel paradiso, un mondo certamente migliore di quello che stiamo vivendo. Basta tornare indietro, rimettere gli abiti del peccato e affidarci a lui, spietato mentitore, venditore a basso prezzo della felicità illusoria. E di nuovo cadiamo nella trappola. Siamo sua preda. Griderà san Paolo: “vedo il bene e seguo ancora il male”... "Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?"

Si arriva così al giovedì.
Il giovedì è Gesù a prendere l’iniziativa. Se l’umanità è schiava del peccato Gesù decide di assumere l’umanità e di sposarla per come è. Inevitabilmente accetta di subire anche lui la condizione di schiavo. Ma nel giorno e nella notte in cui assapora il peggiore dei dolori spirituali, cioè il tradimento dei suoi amici, consegna a tutti noi la sua fedeltà. Sarà con noi per sempre nel pane e nel vino. Poi quello scambio di prigionieri. Barabba il peccatore rilasciato e Gesù il giusto condannato. E’ metafora certamente di uno scambio epocale nella storia della salvezza: l’uomo peccatore viene rilasciato e Gesù viene condannato al suo posto.

Il venerdì Gesù paga il male che abbiamo fatto. Avevamo paura di presentarci nudi di fronte a Dio. E’ ora Dio che si presenta nudo di fronte a noi. Avevamo paura di essere giudicati da Lui, ora è Lui che si lascia giudicare da noi. E’ salito sulla croce e ha fatto il cammino che da soli non saremmo mai riusciti a fare: inchiodare sulla croce i nostri peccati. L’ha fatto Lui per noi. Gesù è morto per noi. Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

Il sabato è il giorno dell’attesa. Ma è anche il giorno di Maria, perché è lei l’unica che attende con la fede pasquale. Noi invece siamo dispersi, liberati si, ma senza un pastore che ci guidi. Il nostro maestro lo abbiamo visto morire in croce. Non riusciamo a vedere oltre. Il venerdì ci ha liberati dal peccato, ora occorre essere liberati per la gioia. Il sabato la terra è attonita, muta, in attesa. Il sabato è anche ricerca di Dio. Dio è morto diceva Nietzsche. Ma l'uomo nel profondo del suo cuore continua instancabilmente a sperare. Se Dio fosse morto che senso avrebbe vivere?

La Domenica è il giorno della Resurrezione. Cosa è successo? Mentre noi abbiamo guardato Gesù morto in croce e deposto nel sepolcro, in realtà lo stesso Gesù è stato liberato dalla morte. La Vita non poteva essere vinta dalla morte. Non solo. Gesù portando con se fino all'eccesso della sofferenza tutta la nostra umanità che ha fatto sua per sempre, ha vinto la morte anche per noi. Così il principe di questo mondo rimane, sgomento, senza preda. Lui il carceriere delle nostre anime diventa lui stesso prigioniero. La Domenica viviamo questo anticipo di paradiso. Ed è gioia piena. Anche nel tempo quaresimale. Dio è morto, ma oggi è risorto. Siamo stati liberati dal tiranno e siamo stati liberati per una vita nuova. Ritroviamo il senso, il significato profondo della vera felicità, che è l'amore! Ora non abbiamo più paura.

 

Scarica la nostra App su