Marco 6, 30-34 con il commento di Paolo Ricca (da "Uomini e profeti")



Testo del Vangelo
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Meditazione
E’ la compassione che appunto, prova Gesù, quando vede tutta questa folla, paragonandola a “pecore senza pastore”. Questa espressione dobbiamo capirla bene: che cosa vuol dire? Vuol dire che sono pecore che non hanno pastore nel senso che i pastori non ci sono? No! I pastori ci sono, ce n’erano a profusione! Ma non facevano i pastori, e in che senso non facevano i pastori? Non facevano i pastori nel senso che non stavano insieme al gregge, cioè alla comunità naturalmente, alla comunità d’Israele e soprattutto non davano loro il nutrimento di cui avevano bisogno, cioè la Parola di Dio. E in un altro testo, diciamo, e contesto che però assomiglia molto a questo, Gesù lo dice molto chiaramente: questi pseudo-pastori che dovrebbero essere ma non lo sono, annullano, dice Gesù - cito - “annullano la Parola di Dio, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Ecco da dove nasce la compassione, cioè la compassione di un popolo alimentato dalla Parola di Dio e perciò la prima cosa che Gesù fa è quella di insegnare. Dice appunto:”Ne ebbe compassione e si mise ad insegnare loro molte cose”. Perché? Perché abbiamo un bisogno immenso di parole vere, di parole buone come ai tempi del profeta Amos. Abbiamo tutti, anche oggi, oggi più che mai, fame e sete di udire la Parola di Dio, perché è vero quello che Gesù disse a Satana, il diavolo, la famosa prima tentazione, quando il diavolo gli dice:”Ma trasforma queste pietre in pane, dato che hai fame dopo quaranta giorni e quaranta notti di digiuno!”. E Gesù, pur avendo fame, gli risponde citando una parola del Deuteronomio: “Non di pane soltanto vivrà l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”, cioè è vero che abbiamo bisogno di pane per il corpo, ma non siamo solo corpo. Abbiamo bisogno di un pane anche per l’anima e la compassione di Gesù riguardo a questa folla era appunto che era affamata con due fami, quella che poi sazierà con la moltiplicazione, ma prima c’è quell’altra, la fame appunto di udire la Parola di Dio e non delle dottrine che sono dei precetti umani.

Musica di sottofondo
Gabriele Fabbri

Meditazione
Paolo Ricca. Audio tratto da "Uomini e profeti", trasmissione di RaiTre.

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