Marco 3, 1-6 con il commento di don Giacomo Perego (da "Uomini e profeti")



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Marco 3, 1-6

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

Recita
Elin Bartolini

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Giacomo Perego
Brano audio tratto da "Uomini e profeti",trasmissione radiofonica di RaiTre

Meditazione
Alla fine del primo atto narrativo abbiamo proprio già la decisione di mettere a morte Gesù e davanti due immagini stupende: l’immagine della mano rattrappita, in un certo senso la mano chiusa e dall’altra il cuore di pietra. E l’azione di Gesù è proprio quella da un lato di guarire la mano rattrappita: la mano rappresenta lo strumento del fare e anche qua nella tradizione simbolica di Israele è l’organo che permette all’uomo di continuare l’opera della Creazione di Dio, quindi Gesù entra in scena rimettendo l’uomo in contatto con Dio, collaboratore di Dio, protagonista insieme a Dio della Storia. Però questa mano che si apre e continua a collaborare con Dio, a questa mano che si apre deve corrispondere un cuore che si apre, altrimenti c’è qualcosa che non va e quindi Gesù non è lì solo per guarire l’uomo dalla mano rattrappita ma anche coloro che sono duri di cuore.

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