Giovanni 6, 1-15: "Un Nutrimento che sazia...". (Commento di don Davide Arcangeli)



Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

Meditazione
Gesù sa esattamente ciò che sta per compiere. È vicina la Pasqua e tanta gente arriva da Gesù, che si vuole mostrare loro come il nutrimento che sazia e riempie. Come la Pasqua segna il passaggio del popolo attraverso il mare e la salvezza operata da Dio, così Gesù si rivela come colui che segna il passaggio da una situazione imbarazzante di povertà e insufficienza (cinque pani d’orzo e due pesci per tanta gente) ad una di inaspettata e radicale sovrabbondanza. Non solo sono piene le ceste che portano il pane ai cinquemila uomini, ma sono piene anche le ceste che raccolgono i pezzi di pane avanzati. Nulla va perduto o perisce, perché Gesù è lui il vero nutrimento, il pane che non va perduto ma che dura per la vita eterna. Egli fa entrare gli uomini in una logica di gratuità e sovrabbondanza, che supera ogni calcolo puramente umano dei discepoli e costituisce per loro una prova di fede.
La stessa prova il Signore la mette in atto con noi, che siamo sempre tentati di misurare e calcolare le forze, i mezzi, il bene, la stima, l’amore degli altri, per chiederci dentro di noi se ne vale davvero la pena. Quante scelte abbiamo fatto per calcoli puramente umani, senza ascoltare invece Gesù, che in quel modo voleva metterci alla prova per aiutarci a scommettere su di Lui.
Quando siamo nella prova, scommettiamo su Gesù, e il nutrimento, per noi e per gli altri, diventerà sovrabbondante.

Recita
Sara Urbinati

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Davide Arcangeli

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