Giovanni 2, 13-22: "Cristo, il nostro edificio spirituale...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Testo del Vangelo
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Meditazione
Il Tempio di Gerusalemme era uno dei grandi segni della benedizione di Dio verso il popolo di Israele. Promesso a Davide, realizzato da Salomone, il Tempio conteneva la solenne Arca dell’Alleanza fino a quel momento posta in una tenda. Il Tempio con le sue mura era divenuto garanzia della fedeltà di Dio, dava spessore fisico alla spiritualità ebraica, delimitava solennemente i confini del sacrificio rituale, custodiva l’inviolabilità del sacro, così come il corpo fa con l’anima. Ecco forse quest'ultimo è il paragone più azzeccato. Ed è quello di cui Gesù si serve per smontare e rimontare la costruzione spirituale del popolo d'Israele. Mi spiego meglio. La religiosità ebraica aveva uno spazio obbligatorio per accedere a Dio: il tempio appunto. Gesù fa un esercizio di trasposizione e afferma: sono io quello spazio. Cioè in pratica si sostituisce al Tempio. Meglio: definisce il suo corpo Tempio. Ora il tempio pur fatto di pietre solide e preziose è destinato comunque ad una usura e ad una disfatta. Potrà durare un secolo, due… ma non potrà durare in eterno. Di fatto poi quello stesso tempio non durerà neppure 40 anni di più, dato che nel 71 Gerusalemme venne rasa al suolo da Tito Flavio Vespasiano, futuro imperatore di Roma. Ma se un Tempio spazio assoluto e obbligatorio di accesso a Dio viene distrutto, come potrà perdurare una religione che al Tempio si affida completamente? Così Gesù ricostruisce la spiritualità ebraica sostituendo al Tempio il suo stesso Corpo. Ora anche un corpo non dura, anzi dura meno di un opera muraria. Ma il Corpo di Gesù no. “Distruggete questo corpo e in tre giorni lo farò rinascere”. Qual’è il valore aggiunto? E’ che il Corpo di Gesù muore si, ma risorge. Quindi è salvaguardato l’accesso a Dio. Nasce la spiritualità cristiana. Gesù risorto è il nostro tempio e dato che non muore più, anche la religione cristiana assume i contorni dell’eternità. Noi cristiani quindi possiamo pregare sempre, perché il nostro tempio non è fatto di mura. Le chiese se volete sono un optional per la nostra spiritualità. Spero di non scandalizzare nessuno. Il nostro culto infatti è in Spirito e Verità. E’ solo e sempre Cristo il nostro unico e autentico edificio spirituale.

Recita
Simona Mulazzani

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

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