Matteo 25, 14-30:"Talenti...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

Meditazione
La parabola dei talenti è certamente tra le più conosciute e tra le più ricordate dei Vangeli. La morale è chiara: i talenti non vanno sprecati! E' un insegnamento tanto cristiano, quanto umano.
Quello che proviamo a capire oggi è il perché il terzo servo, quello a cui era stato affidato un solo talento, lo sotterra. Qual’è stato il problema? Perché a differenza degli altri non ha investito il suo talento?
Proviamo ad indagare sulla risposta che dà al suo padrone. Dice così: "Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo". Questo servo ha l’idea di un padrone duro, terribile. Ne ha paura. Ci possiamo fermare qui. Ora operiamo una necessaria trasposizione dei personaggi: il padrone è Dio e i servi gli uomini. Ecco, l’uomo che ha sprecato il suo talento è un uomo che ha paura di Dio. Perché ne ha paura? Perché lo considera duro e cattivo. Cioè ha un immaginario di Dio sbagliato. In realtà non lo conosce! Se io devo servire un padrone di questo genere è ovvio che farò il minimo indispensabile, sarò misurato in ogni cosa. Se invece quel padrone ha il volto del padre, della madre, dell’amico, di uno che è di casa, mi giocherò più volentieri e con più fiducia. Quindi in conclusione potremmo dire che, ci giochiamo tutto sull’immagine che abbiamo di Dio.

Recita
Sara Urbinati

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

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