Sacratissimo Cuore di Gesù (Catechesi dialogata)



Sacratissimo Cuore di Gesù (venerdì dopo la seconda domenica di Pentecoste)
La solennità di oggi è un po’ atipica.. cos’ha da dirci?
Siccome celebriamo il “sacratissimo cuore di Gesù”, è bene chiedersi anzitutto cosa sia il cuore. Lasciamo che a rispondere sia un comune dizionario, che, alla voce “cuore”, ce ne dà le seguenti definizioni: 1) muscolo cavo, contrattile, posto nel torace, centro della circolazione sanguigna; 2) sede dei sentimenti, delle emozioni, dei pensieri, dei desideri e simili; 3) ardimento, coraggio; 4) uno dei quattro semi delle carte da gioco francesi; 5) punto centrale, parte più interna di qualcosa. La seconda domanda da farci riguarda invece l’aggettivo “sacratissimo”: si tratta del superlativo di sacro, “ciò che ha a che fare con la divinità”, il latino sacer indica infatti “ogni realtà sottratta all’uso profano”.

Cosa indica, nella Bibbia, la parola “cuore”?
La sacra Scrittura parla di questo organo in senso figurato, ritenendolo la sede di tutto: personalità, coscienza, intelligenza, spiritualità, vita (Ger 24,7), pensieri (Dn 2,30), intenzioni (1Sam 24,6; 1Re 8,17), scelte decisive (Rm 2,15). Con il cuore si ama Dio (Dt 6,5; Mt 22,37s), ed è la sede dello Spirito Santo e di Cristo (Rm 5,5; 2Cor 1,22; Gal 4,6; Ef 3,17). E’ Dio, inoltre, a donarci un cuore nuovo, affinché possiamo rendergli un culto vero (Dt 4,29; 6,5; 30,6; Ger 24,7; 31,33; 32,39; Ez 18,31; 36,25s).

Come e quando nasce questa festa?
Il suo culto liturgico inizia nel XVII secolo, con i santi Giovanni Eudes (1601-1680) e Margherita Maria Alacoque (1647-1690). Quest’ultima, dopo alcune visioni, raccomandò ai cristiani la pratica dei primi venerdì del mese, ovvero accostarsi all’Eucarestia ogni primo venerdì per nove mesi, per ottenere la sicurezza di una buona morte. In seguito, nel 1856, Pio IX estese la festa – già approvata nel 1765 – all’intera Chiesa, e, nel 1928, precisamente con l’enciclica Miserentissimus Redemptor, Pio XI eleverà tale festa al grado liturgico più alto, quello di solennità.

Dunque si tratta solo di una devozione popolare, sebbene nata con una santa?
Non solo, è l’occasione infatti per celebrare l’amore di Cristo stesso, che, come un pastore, va alla ricerca delle sue pecore perdute. Tale amore si manifesta tuttavia nella sua massima espressione sulla Croce: la sua morte volontaria è la più grande manifestazione di bene per il suo popolo. E proprio sulla Croce, dal fianco di Gesù, squarciato dalla lancia del soldato (Gv 19,31-37), fuoriescono sangue ed acqua, simbolo dei sacramenti della Chiesa. Al riguardo, così si esprime San Bonaventura: «per divina disposizione è stato permesso che un soldato trafiggesse e aprisse quel sacro costato. Ne uscì sangue ed acqua, prezzo della nostra salvezza. Lo sgorgare di una simile sorgente.. dà ai sacramenti della Chiesa la capacità di conferire la vita eterna ed è.. bevanda di fonte viva “che zampilla per la vita eterna”.. Corri a questa fonte di vita e di luce con vivo desiderio, chiunque tu sia, o anima consacrata a Dio..»-

«O Dio, pastore buono che manifesti la tua onnipotenza nel perdono e nella compassione, raduna i popoli dispersi nella notte che avvolge il mondo, e ristorali al torrente di grazia che sgorga dal Cuore del tuo Figlio, perché sia festa grande nell’assemblea dei santi sulla terra e nel cielo».

Recita
Cristian Messina, Daniela Santorsola

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Scarica la nostra App su