Mercoledì delle Ceneri (14 Febbraio 2024)
Oggi, col rito delle Ceneri, inizia la Quaresima, per cui occorre fare un passo indietro e chiedersi cosa sia quest’ultima..
La Quaresima, dal latino quadragesima (dies), “quarantesimo giorno”, è uno dei così detti “periodi forti” dell’anno liturgico: se il ciclo natalizio è preparato dall’Avvento e si compie col Tempo di Natale, il ciclo pasquale è preparato dalla Quaresima e si compie col Tempo di Pasqua. I due momenti chiave della nostra salvezza, Incarnazione e Passione-Morte-Risurrezione di Gesù, sono così focalizzati da questi due cicli.
Quando nasce questo periodo così importante?
Prendendo spunto dai 40 giorni che Gesù trascorse nel deserto, la Quaresima inizialmente era il tempo che preparava i catecumeni – cioè coloro che volevano diventare cristiani – alla loro tappa finale: ricevere il battesimo nella notte di Pasqua. Solo più tardi, nel IV secolo, comincia a diventare un periodo di penitenza e rinnovamento per tutta la Chiesa.
Ma quanto dura esattamente?
Anzitutto è il nome stesso a dircelo, quaranta giorni, dal mercoledì delle Ceneri alle prime ore del pomeriggio del giovedì santo, giorno che segna l’inizio del Triduo Pasquale, i tre giorni in assoluto più importanti dell’anno. Ad essere precisi, i giorni così conteggiati sarebbero 44, motivo per cui non vengono considerati i primi quattro.
Ma perché?
Premesso che questo computo ha subito diverse rivisitazioni nella storia, ciò che conta è la sua simbologia: nella Bibbia il numero 40 indica infatti un tempo di lotta e preparazione in vista di una meta importante. Per fare un paragone sportivo, potremmo dire che la Quaresima è il periodo “d’allenamento” in vista della sfida più grande, quella però che, comunque vada, ci vedrà vincitori, perché Gesù l’ha già vinta per noi.
Ci sono elementi particolari che la caratterizzano?
Essa è la sintesi di un triplice cammino che avanza, potremmo dire, su tre strade parallele, due delle quali sono già state anticipate: quella della preparazione dei catecumeni al battesimo, quella della preparazione dell’intera comunità alla Pasqua e, infine, della penitenza pubblica. Quest’ultima ha anzitutto un valore pedagogico, sottolineato dall’astinenza e dal digiuno. Se l’astinenza dal mangiare le carni è nata in un periodo storico in cui la carne rappresentava un lusso, che pochi potevano permettersi, il digiuno non è da intendersi tanto nel non mangiare, quanto piuttosto nel privarsi di tutto ciò che rallenta il nostro cammino di santità. Non quindi una privazione fine a sé stessa, ma una tappa in vista di una maggior libertà! Il tempo che, ad esempio, non dedicherò a qualche abitudine, potrò investirlo nella preghiera e in una maggior attenzione alle persone che ho accanto.
Il valore del digiuno è sottolineato anche durante le celebrazioni?
Certamente. Nelle domeniche di Quaresima la liturgia si priva del canto del Gloria e dell’Alleluia. Un digiuno di cui si rende conto soprattutto chi è abituato a celebrare la Liturgia delle Ore: dopo mesi in cui l’Alleluia – dall’ebraico “lodate il Signore” – è presente in ogni momento, ne sentiremo la mancanza, che sarà tuttavia compensata dai ripetuti Alleluia che ci regalerà il Tempo Pasquale, che non temerà certo di proporcela fino all’eccesso! In fondo non è altro che una metafora del passaggio dalla vita terrena a quella celeste, in cui non faremo altro che “lodare Dio”.
Tornando al mercoledì delle Ceneri, come nasce?
Questo rito compare con la penitenza pubblica, un momento in cui la Chiesa antica dava la possibilità di fare ammenda dei grandi peccati, cominciando proprio col gesto dell’imposizione delle ceneri, ricavate oggi dalla combustione delle palme e dell’ulivo benedetto nell’anno precedente. Il gesto è accompagnato inoltre dalla frase «Convertiti, e credi al Vangelo», oppure «Ricordati che sei polvere, e in polvere tornerai». Se la prima formula è un invito alla conversione, al cambiare modo di pensare e agire, la seconda – meno utilizzata – ci ricorda che la nostra vita su questa terra è “a termine”. Non un richiamo alla paura, ma un invito a fare di ogni giorno un’opera d’arte! Significativo è anche il momento dell’imposizione, dopo l’omelia, a sottolineare che la conversione e la penitenza nascono dall’ascolto della Parola di Dio, la parola di un Padre e di una Madre che, dopo averci ammonito e spronato, ci sorride e ci abbraccia forte.
Ti affidiamo Signore questo tempo di grazia che ci doni, e, con le parole della preghiera Colletta, la prima della Messa di oggi, diciamo insieme: «O Dio, nostro Padre, concedi al popolo cristiano di iniziare con questo digiuno un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male..».
Recita
Tiziana Sensoli, Stefano Gazzoni
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri