25 Dicembre: Natale del Signore (Catechesi dialogata)



Natale
«Ora vogliamo farci silenziosi e sgombrare dall’animo tutto ciò che non è pertinente. I giorni precedenti il Natale sono passati; il bell’impegno affaccendato che voleva procurare gioia ad altri, ma anche la molesta frenesia mercantile che s’è impadronita di questo tempo festoso.. ora vogliamo mettere da parte tutto..». Con queste parole il teologo Romano Guardini ci introduce in questo santo giorno, che i cristiani hanno aspettato ben tre secoli prima di festeggiare.

La prima notizia storica di questa celebrazione ce la dà il Cronografo, un calendario compilato nel 354, anche se probabilmente la festa risale già al 336.

Perché fu scelto proprio il 25 dicembre? La data precisa della nascita di Gesù ci è infatti ignota. Questo giorno sostituì l’antica festa pagana del Sole invitto, istituita dall’imperatore Aureliano per celebrare il solstizio d’inverno, ovvero la nascita del nuovo sole che, dopo la notte più lunga dell’anno, riprende nuovo vigore. Il messaggio è molto chiaro: Cristo è il vero «Sole che sorge dall’alto», venuto «per coloro che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte», come cantiamo ogni mattina nel Benedictus.
Il sole è sempre stato oggetto di venerazione, un po’ in tutte le religioni. Non a caso la parola “Dio” rimanda a ciò che è splendente, alla luce.

Ma torniamo alla nostra festa, che inaugura il tempo liturgico del Natale, il più intenso dell’anno, comincia infatti con i primi Vespri del 24 dicembre e termina con i secondi Vespri del Battesimo di Gesù. Nel giro di pochi giorni le feste si susseguono senza sosta: a Santo Stefano segue l’Evangelista Giovanni, quindi i Santi Martiri Innocenti, Maria Madre di Dio, la santa Famiglia e l’Epifania.. Insomma una meravigliosa indigestione liturgica: altro che cenone di Capodanno!

Un giorno un bambino mi ha chiesto: «Perché Gesù è nato?». Domanda determinante. La risposta che ci danno i Padri della Chiesa lo è ancora di più: «Dio si è fatto uomo affinché l’uomo diventi Dio».

Ma ci crediamo davvero? Se lo facessimo anche per un solo istante ci tremerebbero i polsi. Eppure è così..
«Dio si nasconde in un bambino», diceva Benedetto XVI, e «Ogni bambino che nasce – gli fa eco Papa Francesco – .. è segno diagnostico, che ci permette di verificare lo stato di salute della nostra famiglia, della nostra comunità, della nostra nazione..».

Il volto di un bambino è insomma capace di fare verità sulla nostra vita; se torniamo a casa delusi dal lavoro o preoccupati per il da farsi, non è forse lo spiazzante sorriso di un neonato a ristabilire il giusto senso ed equilibrio delle cose?
Allora approfittiamo di questo giorno, dell’“oggi”, parola decisiva che la liturgia non smette di ripetere: «Oggi Cristo è nato.. oggi sulla terra cantano gli angeli.. oggi esultano i giusti.. Tu sei mio Figlio: oggi ti ho generato..».
Oggi” il cielo e la terra si baciano, “oggi” si è rotto quel silenzio che durava dall’eternità! Un silenzio rotto dal pianto di un bimbo.

La già citata festa pagana del Sole invitto coincideva con le ferie di Saturno, giorni durante i quali gli schiavi ricevevano doni dai loro padroni ed erano invitati a sedere alla loro mensa. Forse da questa tradizione nasce l’idea di farsi regali a Natale. Il dono più bello che possiamo ricevere ci è però già stato dato: la vita. Quel Bambino, “oggi”, cioè il presente in cui viviamo, ce lo ricorda. Non è un caso che, sia nella lingua italiana sia in quella inglese, un sinonimo di “dono”, di “regalo”, sia proprio la parola presente”.

Recita
Stefano Rocchetta, Cristian Messina, Federica Lualdi, Daniela Santorsola

Musica di sottofondo
Arrangiamento con chitarra di Gabriele Fabbri

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