Vangelo



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 6, 24-35

Testo del Vangelo
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

 

Recita
Don Valerio Celli

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Meditazione
Un Dio che chiede prove di coraggio. E’ l'appello che grida a squarciagola il protagonista di "Cammina Cammina" un vecchio film di Ermanno Olmi dove si narra appunto il cammino di tre magi alquanto bizzarri e il loro arrivo a Betlemme con tutto l’esercito di fedeli al seguito, alla maniera dell’armata Brancaleone.
Essi vanno incontro ad un Dio terribile, giustiziere e vittorioso sì, ma esigente, che esige sacrifici, anzi si nutre del sacrificio degli uomini. Ad attenderli invece un bimbo disarmato e disarmante in braccio ad una giovanissima mamma spaventata e a un papà, Giuseppe, il quale si sdebita nei confronti dei magi contraccambiando all’oro, l’incenso e la mirra ricevuti alcuni pani appena sfornati.
L’arrivo alla grotta è veramente da Oscar; volti stupiti, meravigliati, scossi, turbati, impensieriti, delusi ma piacevolmente sorpresi scorrono tutti davanti alla telecamera illuminati solo dal tenue bagliore di un fuoco acceso nella capanna.
No. Non era quello il Dio che si aspettavano. Il Dio dei popoli vicini, il Dio dei cananei, dei fenici era un Dio terribile, forte, un Moloch: si cibava dei bambini offerti in sacrificio.
Questi che incontrano alla grotta è semplicemente un bimbo, il quale un giorno però si offrirà in sacrificio per tutti noi. Si inverte tutto. Il Dio che si ciba di sacrifici umani è ora il Pane stesso della vita. E’ lui che si lascia mangiare dagli uomini. Altro che rivoluzione copernicana, qui.
D’altronde che Gesù, il Dio incarnato, avesse a che fare con il pane lo sapevamo dall’inizio. Nasce in un paese Betlemme il cui nome significa "casa del pane", viene posto dalla madre in una mangiatoia che è luogo dove gli animali trovano cibo da mangiare. E il suo destino, si capiva fin dall'inizio, era quello di sfamarci. E oggi nel Vangelo lo dichiara chiaramente: "Sono io il Pane di vita".

Per conoscere il progetto del Social Gospel on PG vai su www.preg.audio/web-app

Il progetto del Social Gospel on PG

Scarica la nostra App su