
In tempi non sospetti è stato il Papa Paolo VI ad esprimersi:
“Il cervello meccanico viene in aiuto del cervello spirituale; e quanto più questo si esprime nel linguaggio suo proprio, ch’è il pensiero, quello sembra godere d’essere alle sue dipendenze.”
L’affermazione proviene da un discorso di Papa Paolo VI del 19 giugno 1964, rivolto al Centro di Automazione dell’Aloisianum di Gallarate e prosegue affermando che l’uomo compie uno “sforzo di infondere in strumenti meccanici il riflesso di funzioni spirituali”. Queste parole sottolineano come la tecnologia possa essere vista come un mezzo attraverso il quale l’uomo cerca di estendere le proprie capacità spirituali e intellettuali, integrando strumenti meccanici nelle funzioni del pensiero e dello spirito. Di fatto l'uomo tecnologico è l'uomo spirituale.
Benedetto XVI va a confermare queste parole affermando nel suo messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del 2009 che “Le nuove tecnologie, se usate saggiamente, possono contribuire a soddisfare il desiderio di senso, di verità e di unità che rimane l’aspirazione più profonda dell’essere umano.”